1. La nascita di marta


    Data: 04/11/2019, Categorie: Trans Autore: Marta-trav

    ... svogliatamente consegnato le chiavi della stanza.
    
    Appena entrata nella camera mi è venuto l’ultimo dubbio. “Ma cosa sto facendo?” mi sono chiesta. Poi basta. Dubbi spariti. Ho deciso di andare fino in fondo. E ho accettato di regalare la mia verginità anale in quella stanza che, seppur squallida, sarebbe stata la mia alcova, almeno per quella sera.
    
    Sono andata in bagno e, per iniziare, mi sono fatta un bel clistere. Non si sa mai.
    
    Poi mi sono fatta una doccia, ripassando con il rasoio alcune parti del corpo (gambe, ascelle e petto). Mi sono asciugata. Ero completamente depilata. E liscia.
    
    Ho liberato l’intestino e mi sono fatta un bel bidet, sia per lavarmi, sia soprattutto per titillare un po’ il mio buchino.
    
    Infatti, subito dopo, ho inserito il cuneo anale nel mio buchino. Ormai entrava abbastanza agevolmente. Poi ho applicato lo smalto sulle unghie dei piedi. Avevo scelto, per l’occasione, uno smalto rosso fuoco. Ho aspettato che asciugasse e, nel frattempo, mi sono truccata, in maniera non troppo vistosa, ma comunque di classe.
    
    Ho poi indossato il solito perizoma contenitivo, stando attenta a far passare la sottile striscia di pelle al lato del cuneo anale.
    
    Poi ho infilato delle autoreggenti bianche, velate.
    
    Ho deciso di non indossare il reggiseno con il seno finto.
    
    Ho messo su una parrucca nuova acquistata per l’occasione. Bionda. Non molto lunga.
    
    Ho applicato gli orecchini e indossato una collana di perle bianche e alcuni bracciali.
    
    Ho ...
    ... indossato un bellissimo vestitino rosa a rete, non molto scollato e con le maniche lunghe. Ma veramente corto.
    
    Poi ho applicato le unghie finte sulle dita delle mani. Dello stesso colore di quelle dei piedi.
    
    Ed infine ho calzato un paio di scarpe nuove, acquistate anch’esse per l’occasione. Un paio di sandali completamente trasparenti, senza cinturino alla caviglia, con tacco 15 e con zeppa di 5 centimetri.
    
    Mi sono specchiata. Ero Marta. Ero donna. Stavo per diventare donna a tutti gli effetti. Mai, come in quel momento, ho sperato che il mio uccello potesse sparire improvvisamente.
    
    Poi hanno bussato alla porta.
    
    Terrore, paura, vergogna sono alcune delle sensazioni provate in quel momento.
    
    Ho chiesto chi fosse.
    
    Dall’altra parte mi sono semplicemente sentita rispondere: “Antonio”.
    
    Ancora un secondo, un respiro profondo e ho aperto la porta.
    
    Più basso di me. Ma, del resto, io, con quei tacchi, raggiungevo quasi i due metri di altezza. Fisico impalpabile. Magro ma con un abbozzo di pancia. Stempiato. Moro. Occhi scuri. Barba incolta (di qualche giorno). Vestito in maniera dozzinale. Scarpe troppo usurate. Profumo da quattro soldi utilizzato per coprire, forse, odori meno gradevoli.
    
    Non proprio un bell’uomo. Ma cosa mi aspettavo? Un figo va mica con una trav!
    
    “Sei stupenda” mi ha subito detto, consegnandomi una scatola di preservativi.
    
    “Grazie”, ho risposto io abbassando timidamente lo sguardo. “Entra”.
    
    La faccio breve. Non ci siamo detti ...
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