1. Alla corte del Duca


    Data: 08/11/2019, Categorie: Etero Lesbo Dominazione / BDSM Autore: davesun, Fonte: RaccontiMilu

    ... Elena per il braccio, tenendola con fermezza. Non era la prima volta che faceva quel lavoro, e sapeva bene che a volte le ragazze scappavano, e poi si doveva fare una vera e propria faticaccia per riacciuffarle. Cominciò con decisione a trascinarla fuori, verso il suo carro posteggiato nel cortile, mentra lei piangente ed urlante scalciava in tutte le direzioni nel tentativo di liberarsi, e urlava e implorava che non voleva, e chiedeva ai suoi genitori di aiutarla. Ad un certo punto, ormai vicina al carro, si accorse che non erano nemmeno usciti a salutarla, che la lasciavano andare via così. Allora smise di ribellarsi, anche se sentiva una rabbia ancora maggiore crescerle dentro, e con molto orgoglio salì da sola sul carro. Non appena fu dentro, l’uomo viscido entrò e dopo averla fatta sedere sulla panca laterale, rovistò sotto il sedile, estraendo una cavigliera di metallo fissata ad una catena e con essa al carro: una costrizione robusta, che una volta fissata ai suoi piedi le avrebbe impedito ogni tentativo di fuga. L’uomo gliela chiuse intorno al piede con un grosso chiavistello, poi scese dal carro richiudendolo con cura, in modo tale che non si potesse vedere da fuori cosa ci fosse all’interno, né tantomeno da dentro si poteva vedere niente del mondo circostante. Dopo essere rientrato e aver dato l’importo pattuito alla famiglia, l’uomo si mise alla guida del carro, frustando i cavalli. Mentre rapidamente si allontanava, i genitori della ragazza si affacciarono ...
    ... sull’aia, e fecero ancora in tempo a sentire la figlia gridare: -Mi fate schifo!!!! Mi fate schifo!!!!! Fu l’ultima volta che sentirono la voce di Elena. ……….. Il carro procedeva tranquillo, lungo quelle stradine sterrate e piene di buche. L’uomo era molto soddisfatto: aveva fatto un ottimo affare! La ragazza la dietro, con quel visino dolce, quegli occhi verdi carichi di espressività, le gambe lunghe e affusolate che terminavano con delle caviglie sottili ed eleganti, e quelle piccole tettine sode le avrebbe reso un sacco di soldi. L’aveva pagata meno di un terzo del valore corrente di mercato, e l’avrebbe rivenduta almeno a 15-20 volte la cifra che aveva dovuto dare a quella famiglia. Non provava nessun rimorso per quella gente, come non provava rimorso o compassione per nessuno. Era il suo lavoro, e lo sapeva fare bene. Ancora qualche anno, e poi sarebbe stato ricco, e avrebbe potuto invecchiare nell’agiatezza, magari comprandosi qualche ragazzino che lo avrebbe soddisfatto sessualmente. Eh si, lui comprava le ragazze, ma a lui non interessavano per nulla. Proprio per questo i suoi acquirenti si fidavano ciecamente di lui, in quanto al corrente che le ragazze sarebbero arrivate a loro senza che le venisse torto un capello, e senza che avessero conosciuto sessualmente altri uomini. Ripensando ancora una volta a quanto avrebbe incassato sorrise tra se e se, e decise che la cosa andava festeggiata con una buona fumata. Riestrasse dal panciotto la pipa, e dopo averla riempita, ...
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