1. Le orchidee della vicina


    Data: 11/11/2019, Categorie: Etero Autore: Khan Thor

    ... mi abbassai i pantaloncini e iniziai la masturbazione vera e propria.Tuttavia, il mio piccolo momento privato fu subito interrotto dalla acuta voce di Diletta che nuovamente rimproverava Poldo. Il cagnetto era riuscito ad uscire di casa e a scavalcare la recinzione del loro giardino. Me lo ritrovai fuori la finestra. Lo fissai per un secondo con ancora il membro in mano, e quando mi resi conto che anche la sua padrona sarebbe comparsa al mio cospetto per recuperarlo era ormai troppo tardi.Sia io che Diletta eravamo rimasti petrificati. Lei fissava la mia mano destra e il suo contenuto (non aveva il coraggio di alzare lo sguardo). I suoi occhi sembravano vuoti, spenti, sotto incantesimo; la bocca leggermente aperta.Nessuno dei due osava fare un movimento. Invece di coprirmi, rimasi in quella posizione, curioso di vedere la sua prossima mossa.Dopo qualche secondo, la ragazza chiuse la bocca, distolse lo sguardo e senza proferire parola prese in braccio il cane e tornò dentro casa.Sentii diversi rumori indistinti dall'altro lato del muro, poi il rumore del suo portone di casa che si apriva di nuovo. A quel punto mi tirai su i pantaloncini e attesi che apparisse qualcuno.Dopo un paio di minuti mi affacciai: il portone era ancora aperto, nessuno nei paraggi. Decisi di andare.Appena varcai l'uscio buio di quella casa, Poldo corse ai miei piedi e scodinzolando cominciò ad annusarmi e a leccarmi le scarpe. Provai a chiamarla: "Diletta...?". Niente. Feci un altro passo. In una ...
    ... frazione di secondo, la ragazza apparve da dietro la porta e mi afferrò per la maglietta con violenza. Mi portò di fronte a sé e iniziò a fissarmi. Stava piangendo! La matita era lentamente sgocciolata sulle sue guance perfette e gli occhi erano diventati due fessure schiacciate dalle sopracciglia tormentate. Ero sbigottito, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Diletta mi fissava, piangendo, a un centimetro di distanza, senza dire nulla.Presi fiato per dire qualcosa, qualunque cosa, ma prima che potessi emettere suono lei mi scaraventò ferocemente sul divano, dopodiché iniziò a spogliarsi rapidamente. Nel frattempo piangeva sempre più forte. Si tolse la canottiera e i suoi seni prosperosi balzarono fuori insieme ai capezzoli piccoli, scuri e turgidi. Si sfilò i pantaloncini e mostrò a me e a Poldo una delicata vagina perfettamente depilata, eccezion fatta per un piccolissimo ciuffo sopra il clitoride.Si inginocchò con le gambe divaricate ed immediatamente Poldo corse da lei, che lo accolse mettendo la mano sinistra dietro la nuca del cagnetto. Poldo iniziò a leccarle la vagina e lei scoppiò di nuovo in lacrime e singhiozzi. Mi guardava e cercava la mia compassione, si aspettava una qualche reazione, mentre muoveva il basso ventre in quella perversa contorsione erotica.Decisi di alzarmi dal divano. A questo mio gesto, Diletta allontanò Poldo dalla sua vagina e smise di piangere. Mi guardava come una bambina caduta dalla bicicletta. Le sue labbra si erano strette quasi a ...