1. Sviluppi imprevisti - barcellona (2)


    Data: 15/11/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio

    ... labbra al suo bassoventre.
    
    “Sì, troie! Fatemi vedere di cosa siete capaci!”, ci esorta. Allora, cominciamo a massaggiargli tutto l’apparato da sopra il cotone degli slip con le nostre labbra. Quando la sua verga prende vigore, Pino scosta l’elastico superiore e sferza la cappella con la lingua. Io scendo giù, apro l’elastico che avvolge i testicoli e gliene lecco uno.
    
    “Dai, impegnatevi! Non fatemi pentire di essere venuto fin qui!”. Questa frase smuove qualcosa in Pino che mi lancia uno sguardo e subito dopo si lancia all’arrembaggio. Con un gesto rapido gli cala le mutande e inghiotte la grossa asta, iniziando a pomparla come se non avesse mai fatto altro nella sua vita. Adesso i coglioni sono completamente liberi e posso ciucciarli e mangiarli facilmente.
    
    “Oh, bravi! Ora sì che si ragiona! Lo senti come diventa duro? E tu, senti quanto sono gonfi: sono belli pieni di seme caldo. Se vi comportate bene, ve lo faccio bere tutto”, e il pensiero di nutrirci della sua sborra ci manda in visibilio. Pino sale e scende con maggiore veemenza; io ingoio le palle, quasi gliele voglia staccare. Poi, impugno la minchia e la sottraggo al mio amico, affondandomela fino in gola. Carlo si appoggia dietro sulle mani e si gode la nostra performance.
    
    Smetto di succhiare e restituisco il cazzone a Pino, che gli si avventa sopra, affamato. Io mi sputo sulla mano e vado a lubrificare il suo buco, accarezzandolo per eccitarlo e farlo aprire. Alzo lo sguardo e chiedo a Carlo: “Vuoi ...
    ... fotterlo?”.
    
    “Certo che sì!”, e in un baleno estrae la mazza dalla bocca del biondino e si porta alla sue spalle. La faccia del mio amico descrive ogni momento della penetrazione. Appena il glande sfiora la sua rosellina, chiude gli occhi e sospira. Quando quell’enorme albicocca l’attraversa, spalanca gli occhi e la bocca e subito dopo mugola. Poi, protende le labbra e se le lecca, come se gustasse il sapore della minchia.
    
    Fissandomi, mi sussurra: “E’… grosso… sai? Ah! AH! AAAAAAAHHHHH!!!”, e il suo viso si arrossa fino a diventare paonazzo. “Sta entrando tutto… sì… tutto… ooooo… oooooooooooooo… oooooooooohhhhhhh!!! Ce l’ho tutto dentro, sììììììììììììì!!! Montami, stallone! Sfonda la tua puledrina, dai!”. Mentre pronuncia queste frasi, sembra ubriaco. Non ha ritegno e continua ad esortare Carlo perché lo fotta a più non posso.
    
    E quello non si fa certo pregare: il suo bacino sbatte contro le terga della troietta, provocando un suono come di schiaffi.
    
    “Sì, lo voglio tutto! Così! Così!”, mi dice Pino. “Voglio godere tanto, alla faccia di quello stronzo di… AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH!!!”. Non riesce a terminare la frase, perché Carlo, salito sul letto con i piedi, ha assunto una posizione che gli permette di sprofondare nelle viscere di Pino per tutta la lunghezza della sua asta.
    
    “Così va meglio!”, fa lo stallone.
    
    “Sì, molto meglio!”, concorda Pino. “Mi sta squartando, sai! Ah! Ah! Ah! Sono un fuoco! Penso che… AH!.. che stia… AH!... arrivando… oooooo… ...