1. E poi lui


    Data: 23/11/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: Sanna

    Ho sempre avuto tendenze omo, il mio sesso mi ha sempre attratta. Le forme morbide, le curve generose, la flessibilità, la pelle morbida. Ero fermamente convinta che quella fosse la mia tendenza sessuale. Ero, poi ho conosciuto lui… Era grosso, definirlo armadio renderebbe meglio ciò che avevo davanti. Lo conobbi per caso, a lavoro, una stagione estiva tra un anno e l'altro di scuola. Il nostro rapporto iniziale era indifferente, io continuavo a badare a ciò che poteva offrirmi il mio stesso sesso, a ciò che avrei potuto definire un avventura estiva, ne avevo adocchiata una che veniva spesso a locale, sempre in compagnia di amiche, un corpo generoso, niente che si potesse definire filiformi, un seno prorompente, un sedere da perdersi, due labbra da mordere. Fissata, ecco cos’ero, fissata. - Così… sei lesbica! Certo che come inizio di discorso lasciava molto a desiderare, visto la totale assenza di dialogo. - La cosa ti crea problemi? Odioso, antipatico e odioso. - No, nessun problema. Com’era venuto se ne andò, ma stavolta con un sorrisetto fastidioso di scherno. Ma se lo prendesse in culo! La situazione, dopo quel breve scambio di battute non cambiò, lui per i fatti suoi io per i fatti miei. Quella sera c'ero riuscita, mi aveva dato il numero di telefono finalmente, la cosa mi eccitava all’inverosimile, non riuscivo a trattenere l'eccitazione. Il giorno dopo il locale sarebbe stato chiuso, l'avrei chiamata e avrei avuto tutta la notte per spupazzarmela per bene. Talmente ...
    ... ero nel mio mondo da non rendermi conto di ciò che mi circondava. - Finalmente eh! Me lo ritrovai dietro talmente vicino da farmi saltare dallo spavento, solo quando mi voltai per affrontarlo mi resi conto che eravamo nell’angolo più buio del locale, non so perché il mio cervello aveva captato quel dato. Io e lui nell’angolo più buio del locale. - Ma che vuoi? Nessuna risposta solo un passo avanti, poi due. Quando alzò la mano ero convinta mi stesse per schiaffeggiare, invece, la posò sul mio collo. Delicato, nonostante le mani ruvide, risali dietro la nuca e mi prese i capelli per poi avvicinarsi all'orecchio destro. - Non mi piacciono gli sprechi. La sua bocca fu sulla mia veloce e rude, la sua lingua nella mia bocca risucchiata tutto ciò che poteva, la sua mano , nel frattempo, scese sul sedere poi sulla coscia, non fu difficile per lui sollevarmi di peso e appoggiarmi al muro più vicino per farmi sentire il suo sesso tra le gambe, colpi decisi come la sua lingua sul palato, veloce, preciso, tanto da rendermi gelatina. Quando mi lasciò le gambe non mi reggevano e il cervello si era spostato dalla testa alla figa. - Peccato… Come era venuto se n'era andato, di nuovo... La serata finì, avevo il numero della ragazza in tasca e le mutande bagnate per colpa di quel'idiota. Tornata a casa, da sola nel mio letto fresca di doccia non sono riuscita a pensare alle labbra carnose, al seno generoso, alla figa che avrei potuto assaggiare, non sono riuscita ad evitare di pensare a mani ...
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