E poi lui
Data: 23/11/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Sanna
... grandi e cazzi duri, a lingue esigenti e barba ispida, non sono riuscita a trattenermi, mi sono masturbata, mi sono toccata furiosamente fino a raggiungere un orgasmo potente ed intenso. Il giorno dopo avevo ignorato, concentrata su ciò che dovevo fare, chiamarla, darle appuntamento, uscirci e possibilmente scoparmela. Presi il telefono composi il numero. Non la chiamai. Il pensiero era li, in quell’angolo maledetto. Cancellai il numero ne composti un altro. - Speravo mi chiamassi! - Vaffanculo! - Mi hai chiamato per mandarmi a fanculo? - Si… - O mi hai chiamato per dirmi che anche tu odi gli sprechi? - Sarei io lo spreco? - Apri! - Cosa? - Apri! La chiamata fu chiusa. Non poteva essere, non poteva essere appostato vicino casa mia, non poteva sapere che l'avrei chiamato. Scesi le scale lentamente, sperando di non trovarci nessuno dietro la porta. Apri di scatto, e le mie speranze o attese caddero in un buco. Non c'era nessuno. Lui non c'era. Non sapevo se essere delusa, felice, arrabbiata, sollevata. Non ne avevo idea. Il telefono squillò. - Ci speravi? - No! - Ammettilo, speravi ancora di avere la mia lingua in bocca e il mio cazzo nella figa, ammettilo, un cazzo come il mio non l'hai mai provato! - … - Ah, Ok, mi correggo, un cazzo non l'hai mai provato. - Che vuoi da me? - Farti provare ciò che significa prenderlo dentro, poi ti lascerò alla tua amichetta. - Scordatelo!! Chiusi la chiamata senza dargli il tempo di ribattere. Mi aveva innervosita, irritata, eccitata. Si, ...
... cazzo ero eccitata e non ci potevo fare niente! Chiamai mia madre a lavoro le dissi che a pranzo non ero a casa e che avrei dormito fuori da un'amica. Mamma sapeva delle mie tendenze, non me le ha fatte mai pesare, era sempre stata una di vedute ampie, fortunatamente. Mi feci una doccia e mi vesti con la prima tuta che trovai, dovevo andare da qualche parte, uscire di casa, che ne so, un centro commerciale, al parco divertimenti, da qualche parte, non a casa, non a pensare, non a Lui! Presi lo scooter dal garage, quando lo feci partire la persiana cominciò a chiudersi. Non era elettrica, come cavolo era possibile? - E così sei vergine? Spensi il motore lasciando le luci accese, con il casco in mano lo minacciai. - Hai finito di rompermi i coglioni? - Non ancora… Non finì di dirlo che il braccio con il quale lo minacciavo mi venne torto dietro la schiena, l'altra mano finì tra i miei capelli, trattenuta contro la mia volontà, forse. La sua bocca sulla mia, di nuovo, il suo cazzo conto il mio stomaco che spingeva incontrollato. Il cervello oramai era tornato fra le gambe, non avevo idea del perché mi facesse quest effetto so soltanto che non riuscivo a controllarlo. - Ti voglio… Mi sussurro sulla bocca. Non credo che servirono altre parole, mi sollevò è d'istinto andai a strofinare la figa sul suo cazzo di marmo, se ne accorse ma non fece commenti, solo un piccolo ghigno tra un bacio e l'altro. Quando trovò dove sedermi, su un tavolo da lavoro che usava mio padre per tenere gli ...