1. Palazzo sofia - una signora per bene


    Data: 15/08/2017, Categorie: Tradimenti Autore: Pinus74, Fonte: Annunci69

    ... Lo slacciai con un rapido gesto. Il seno seppur appesantito dall'età e dalla grandezza era più che decoroso. Iniziai a titillare i golosi capezzoli bruni. Grossi come due more mature sì irrigidivano ancor di più sotto la pressione delle mie dita.
    
    Ida ansimava.
    
    Continuavo ad osservarla, mentre me lo stava succhiando da almeno una decina di minuti. La gonna leggerà sopra il ginocchio, sapeva di un altri tempi. Ammetto che rendere cornuto per la seconda volta quello stronzo di suo marito mi stava donando una marcia in più.
    
    “Ida?”
    
    “Dimmi “rispose sottovoce
    
    “Fermati ora tocca un po' a me...”
    
    “A me va bene, ma lo vuoi fare qui dentro il cassone del tuo furgone?” Mi chiese.
    
    “Perché no.. Lo hai mai fatto?”
    
    “No”
    
    “Allora accomodati.” Le dissi aiutandola a distendersi. La osservai per un istante, le gambe piene e mature erano ben diverse da quelle di Sara, ma l'idea di infilare la testa sotto quella gonna mi stava stuzzicando come un pazzo. Alzai con delicatezza la gonna fino ad appoggiarla all'altezza dell'ombelico. Uno slip bianco, immacolato la fasciava. Lentamente gliele sfilai. Una figa ricca di pelo chiamava la mia attenzione. Mi avvicinai direttamente con la bocca. A dire il vero ero curioso di assaggiare i suoi umori. Delicati e dolciastri con un retrogusto leggermente acidulo, incominciarono a scendere copiosi tra le mie labbra. Ida iniziava ad emettere sottili gemiti. Le sue mani, continuavano ad accarezzarmi i capelli mentre con la lingua ...
    ... incominciavo a stuzzicarle il buchino.
    
    “Oh mio Dio, lo dicevo prima che con la lingua ci sapevi fare”
    
    Giocai ancora qualche minuto con i suoi buchi, quando ad un tratto decisi che era giunto il momento. La osservai. Il suo corpo era tutto un fremito, i capezzoli svettavano verso l'alto, i suoi occhi chiusi si godevano l'estasi. Glielo infilai lentamente fino alle palle. Un gemito strozzato e controllato irruppe nel silenzio.
    
    Iniziai a muovermi sempre con maggiore intensità. Appoggiai le sue gambe alle mie braccia e facendo forza sulla schiena iniziai a spingere fino a dove arrivavo. I suoi gemiti erano sempre più profondi. Accelerai al massimo e dopo poco finalmente esplose.
    
    La riservatezza che avevamo cercato di mantenere sino ad allora era andata a farsi benedire. Sicuramente anche la signora Gerani, quella del terzo piano, era riuscita a sentirla. Mi strinse allora a se, e appoggiandomi le labbra sulla bocca iniziò a muovere la lingua alla ricerca della mia. Iniziammo a baciarci. Non ero ancora soddisfatto. Volevo rendere cornuto quel bastardo fino alla morte. Presa dal bacio non si accorse nemmeno che il mio uccello pregno dei suoi umori era appoggiato, guarda caso giusto giusto all'altezza dell'inviolato pertugio. Una leggera pressione e la cappella incominciò a violarla.
    
    “Ma cosa stai facendo?” Mi chiese con voce tremante.
    
    “Ti faccio godere.. “
    
    “Mi fai male vorrai dire..”
    
    “Hai mai provato Ida?”
    
    “No..”
    
    “Allora ascolta, non ti opporre, spingi come per ...