1. Lucky Man


    Data: 27/11/2019, Categorie: Etero Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    Avevo trascorso una breve vacanza a Roma e mi ero concesso il lusso di un albergo a quattro stelle, nel centro. L'ultima sera sentii bussare alla porta della mia camera, andai ad aprire e mi trovai di fronte una bellissima puttana. Capii subito che lo era, fu un'intuizione immediata. Era una procace brunetta, non alta e non giovanissima, nel senso che aveva passato sicuramente la trentina e forse non di poco. I lunghi capelli scuri si accompagnavano a una maglietta rossa scollatissima e a una minigonna di jeans. Alle brune, si sa, il rosso sta benissimo e al rosso si accoppia bene il blu, per cui i colori che avevo davanti formavano un insieme gradevolissimo, come gradevolissimo era tutto il resto: il viso, non troppo truccato, i seni che la maglietta stentava a trattenere, le gambe piene che la gonna copriva così poco. Mentre esaminavo lo spettacolo mi rivolse un sorriso metà ingenuo e metà malizioso, da bambina colta in flagrante in qualche peccatuccio. Che fosse una professionista del sesso lo capii non dall'abbigliamento, che non era certo più succinto di quello delle tante ragazze che vanno in giro seminude, ma proprio dal modo provocante di sorridere, dal gesto di tirarsi indietro i capelli. Del resto, se una donna così bussa alla tua porta in albergo non pensi che sia venuta a chiederti un'offerta per le opere pie. E tuttavia, se caso mai mi fosse rimasto un dubbio, me lo tolse quando si presentò. "Ciao, io sono Maxxie." "Maxxie?" "Non ti piace? Sai com'è, Maria Sofia ...
    ... è lungo e pesante..." Una pausa. "Mi fai entrare? E' imbarazzante stare sulla porta, lo dico anche per te..." Le feci spazio e le chiesi se la mandava qualcuno. "E' una sorpresa dei tuoi amici, vogliono farti passare una serata indimenticabile. Mi hanno detto che è la prima volta che vieni a Roma e se vuoi posso farti da guida, dopo, si capisce. Mi hanno già pagata, però, se poi vuoi farmi un regalo...dipende da come mi valuti, certo..." Era forse la centesima volta che andavo a Roma e non avevo amici che si preoccupassero del mio divertimento procurandomi una ragazza a ore. Evidentemente aveva sbagliato stanza o le era stato dato un numero per un altro: dovevo avvisarla dell'equivoco? Notò la mia incertezza e mi chiese: "Sei Marcello, vero?" Il mio nome è Marco ma quella somiglianza sembrò un nuovo segno del destino. Annuii. Valeva la pena approfittare dell'equivoco, in fondo avrei sempre potuto pagarla per i suoi servizi. Si sedette sul letto, sempre sorridendo in modo provocante. Mi chiese da bere e le misi a disposizione il frigobar. Mentre sorseggiava un succo di frutta all'ananas, volle sapere cosa mi piaceva, quali fossero le mie preferenze. "Io so fare tutto, sai, mi puoi chiedere quello che vuoi, non devi vergognarti di nulla perché posso realizzare ogni tuo desiderio. Se mi vuoi sottomessa oppure dominatrice non hai che da dirlo. Guarda!" Dalla robusta borsa che aveva portato, di gran marca e non penso che fosse pezzottata, tirò fuori aggeggi come un vibratore, un ...
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