1. L'attacco della lupa


    Data: 02/12/2019, Categorie: Etero Autore: BlackB, Fonte: EroticiRacconti

    Adoravo andare da Guglielmo, aveva una madre che era una bomba. Quasi ogni pomeriggio e per qualche notte rimanevo da lui per giocare, studiare o cazzeggiare. Aveva un fratello più grande, ormai sposato e la sua camera, ancora arredata e ormai vuota, ormai era diventata la mia. La madre di Guglielmo era formidabile, una donna mora, alta e con occhi talmente azzurri da sembrare di ghiaccio. Era robusta quel tanto da mostrare forme stupende, un seno prosperoso, che mi faceva impazzire e un culo da togliere il fiato. Non ero l'unico ad apprezzarla, ma il mio amico era molto suscettibile alla cosa, quindi nessuno tra i nostri amici si permetteva di scherzare o fare apprezzamenti su sua madre. L'allontanamento del padre aveva segnato molto il ragazzo, e si sentiva quasi in dovere di proteggere sua madre... E sua sorella, anche se lei era in grado di provvedere a se stessa, almeno per quel che ne sapevo. Ariana, la madre del mio amico, aveva lavorato per anni in biblioteca, per poi avere un posto in una grossa casa editrice e lavorava ormai poche ore in ufficio e spesso la si vedeva per casa con qualcosa di nuovo da leggere. I suoi occhiali mi intrigravano, e il suo aspetto da professoressa sexy mi avevano già causato strani sogni dal risveglio... Duro. In una giornata particolarmente afosa, mi ritrovai disteso sul divano con Guglielmo, mentre il mio amico era impegnato al telefono con una ragazza, io facevo zapping sul televisore. Vidi Ariana passeggiare con dei fogli in mano. ...
    ... La visione era celestiale... Pantaloncini azzurri, corti quel tanto da mostrare parte del sedere, quando dava le spalle, maglietta bianca, quasi trasparente, che velava solo in parte il seno, non coperto dal reggiseno. Che dire, una bomba. Le mie occhiate furtive sembravano non essere notate dal figlio, troppo impegnato, ma lei invece, meno occupata, si accorse del mio sguardo, incontrandolo per più di una volta. Ricordo ancora i suoi movimenti, lenti e sinuosi in cucina, mentre semplicemente si versava del tè freddo in un termos. Poi, dopo aver incontrato i miei occhi e aver retto il mio sguardo attraverso le lenti, per qualche secondo, si diresse in salotto, lontano da noi, su una poltrona isolata. Con i fogli adagiati sulle sue gambe, nude e lisce, il suo sguardo su un ultimo foglio tenuto in mano e il termos che gocciolava per la differenza di temperatura accanto a sé, la donna impose la sua presenza nella mia mente. Era impossibile non guardarla, e mi ritrovai per sbaglio ad alzare il volume della TV, cosa che infastidì Guglielmo, quel tanto da farlo alzare e cambiare stanza. Appena il mio amico andò via mi ritrovai a respirare, quasi avessi per tutto quel tempo trattenuto parte del mio respiro e con essa una certa quantità di tensione. Continuai a osservare la donna, cercando di non dare troppo nell'occhio, ma quando la vidi bere il tè e sporcarsi con esso, sentii qualcosa accendersi. Il liquido freddo usciva dalle sue labbra e scendeva giù dal collo, finendo sotto la ...
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