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L'annuncio del nonno
Data: 03/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Raccontando
... dietro la nuca e la gambe incrociate. Era bellissimo, un maschio che emanava virilità da tutti i pori. La sua posizione lasciava intravvedere dei pettorali ben più sviluppati rispetto a quelli che aveva da ragazzo e il suo pantalone marroncino di cotone scendeva su di un pacco di tutto rispetto… anche questo lontano da quello che già tanti anni fa era un signor cazzo. Non sapevo che dire, ero immobilizzato a guardarlo. Fu lui a rompere il silenzio: «sbaglio o quando sono entrato lo avevi duro?» «Cosa?» Risposi così giusto per prendere tempo e pensare ad una vera risposta. Giovanni si voltò su un fianco, fissandomi negli occhi. «Stavi pensando a quando mi segavi o quando me lo baciavi?». Aveva un sorrisetto perfido, provocatorio, ma stupendo. Ma a quel punto venne fuori la parte di me spregiudicata, bramosa di maschio. «No stavo pensando a quando mi sborravi sulle chiappe o tra le cosce». «Ti piaceva eh? Non sai quante seghe mi sono fatto pensando a quel sederino liscio. Peccato che gli zii abbiano litigato, no? Non vedevo l’ora di mettertelo in culo». « E già, non sai quanto sarebbe piaciuto a me». «Ma lo hai già preso in culo da qualcuno?» «Si certo, non potevo aspettare che i nostri facessero pace». «Sempre porcellino… ma con le donne sei stato?» «No no, per carità… solo maschi». «Ah, allora sei proprio un frocetto… non lo avrei detto sai? Mentre parlava si toccava e il suo cazzo diventava sempre più grosso, ma ancora non potevo ...
... immaginare la sorpresa che stavo per ricevere. «Come non lo sapevi… non ti piaceva giocare col mio culetto? » «Si tanto… fammi giocare di nuovo dai!» «Ma ora sono più grande, non mi piacciono più i giochetti da ragazzini … » «E che giochi vuoi fare ora?» Mi alzai e mi sedetti ai piedi del suo letto. Gli levai le scarpe da ginnastica e cominciai a massaggiare i suoi piedi. Li avvicinai al viso per sentirne l’odore. Non puzzavano ma si sentiva appena appena un odorino tipico di maschio. Premevo delicatamente e questi movimenti dovevano piacergli tanto perché si rilassò completamente emettendo un sospiro liberatorio. Poi, sempre sui pantaloni, salii con le mie mani sulle sue gambe possenti e arrivai sul suo pacco, assai prominente già sotto la stoffa. Palpai dapprima delicatamente, poi con maggior forza per sentirne la consistenza. Quello che prendeva forma non era il cazzo del giovane Giovanni, ma una minchia almeno due volte più grande di quella. Come se mi avesse letto nel pensiero disse con un fil di voce: «Visto come è cresciuto?» «Si, vedo» risposi io avvicinando la mia bocca. Cominciai a stringerlo con le labbra per portarlo al massimo dell’eccitazione. Avrei voluto strappargli pantaloni e mutande, ma avevo imparato a portare i mie maschi a giusta temperatura prima di servire. Quel mio gioco di bocca lo mandò in delirio, respirava sempre più affannosamente e mi teneva la testa con entrambe le mani. Dopo qualche minuto decisi di fermarmi, non avrei mai ...