1. Segretario particolare


    Data: 07/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    (Racconto n. 87)
    
    Finalmente si era laureato! Dopo estenuanti anni di studio e di pompini (ed anche qualcos’altro) nella biblioteca dell’università, finalmente Luca aveva il suo pezzo di carta. Diplomato in Filosofia. Ne era felicissimo, ma qualche giorno dopo si rese conto che il mercato del lavoro non era poi così interessato ad assumere filosofi. Si dette dunque da fare nel chiedere ovunque e fare inutili domande a concorsi pubblici persi in partenza perché non aveva nessun santo in Paradiso. Gli si proponevano solo vendite porta-a-porta e call-centre.
    
    Un giorno lesse l’annuncio per un posto amministrativo in una importante azienda privata della zona e fece subito la domanda. Qualunque fosse stata la sua mansione, avrebbe potuto lavorare vicino e restare a casa con i suoi, con un notevole risparmio e lo stipendio tutto per sé, a parte un contributo che avrebbe dato alla famiglia.
    
    Fece domanda allegando copia della sua laurea e dopo qualche giorno venne chiamato per un colloquio conoscitivo. Fu ricevuto da una signora piuttosto acida, invecchiata nel suo ruolo di funzionaria zitella, la quale gli pose alcune domande sui suoi studi, la sua famiglia e perfino se fosse sposato. Predispose così il suo fascicolo, corredato di foto (a cui avrebbe aggiunto sicuramente le sue impressioni), che avrebbe sottoposto al presidente, e gli disse la fatidica frase: “Le faremo sapere”.
    
    Tornò a casa senza essersi fatto grandi illusioni, data la freddezza di quella donna.
    
    Non ...
    ... gli aveva neanche detto in cosa sarebbe consistito il lavoro. Solo che era “amministrativo”. Invece, dopo una settimana, ricevette una convocazione. Era stato inserito nella rosa dei prescelti e gli era stato fissato un appuntamento addirittura col presidente, che avrebbe dovuto prendere la decisione finale.
    
    Il giorno prestabilito era emozionatissimo. Tirato a lucido, vestito in giacca e cravatta, con la camicia bianca perfettamente stirata dalla mamma, forse più in apprensione che emozionata, gli sembrava che si dovesse andare a sposare e non era nemmeno fidanzato (non ci pensava proprio, aveva altri interessi lui).
    
    Si presentò puntualissimo ed una segretaria lo fece accomodare in sala di attesa dove rimase per non più di un’interminabile quarto d’ora. Vide uscire dallo studio del presidente un altro ragazzo e poco dopo venne chiamato. La stessa segretaria lo annunciò e lo fece entrare. La stanza era ampia, molto luminosa per una grande vetrata sulla sinistra che dava sulla vallata. A destra un ampio salotto composto da divano e due poltrone molto eleganti. Davanti la parete di fondo la scrivania del capo, dietro il quale era appeso un grande quadro antico con una scena mitologica. La sua attenzione non si posò molto sul quadro quanto sul presidente stesso. Era un bel uomo di 50 anni o poco più, con corti capelli brizzolati alle tempie ed un filo di barba.
    
    “Venga avanti, si segga”, indicandogli le due ampie sedie poste davanti alla scrivania. Lo fece.
    
    “Dunque lei è ...
«1234...»