1. Mirela, tacchi e piedi - cap.1 (l'approccio)


    Data: 07/12/2019, Categorie: Feticismo Autore: FrancoT, Fonte: EroticiRacconti

    ... c'è alcun bisogno della simpatia”. Allargò leggermente i piedi e la gonna le si sollevò un poco. Da quel momento la cosa assunse un ritmo incredibile. Un attimo dopo mi alzai dalla sedia e ci baciammo. Per la prima volta percepii il suo sapore e scoprii di averla desiderata, nonostante la avessi odiata, da diverso tempo. La sua bocca era morbida e delicata, a differenza del suo modo di essere. La feci salire sulla scrivania ed ella comprese immediatamente cosa volessi. Si sollevò la gonna senza che le chiedessi nulla e poggiò i tacchi sul piano di legno massiccio. Presi i suoi slip per l'elastico e glieli sfilai scoprendo il suo pelo bruno e folto. Non ci fu bisogno che ella mi dicesse di leccarla. Affondai subito il volto tra le sue cosce e percepii l'eccitazione del momento che stava conquistando anche lei. La costrinsi a divaricare le gambe poggiando le mani sulle sue toniche cosce e e lei mi lasciò fare, aprendosi immediatamente grazie alla mia azione ed alla mia lingua che si dedicò per almeno un quarto d'ora totalmente al suo sesso ed al suo piacere. Venne una prima volta e nonostante avessi voluto che ella mi restituisse in qualche modo il favore, decisi di abbassarmi i pantaloni e di possederla subito. Non ci fu bisogno di aiuto, quando abbassai i pantaloni ero già pronto per penetrarla. “Mettimi sotto, ti prego”, mi disse. Allora la tirai vicino al bordo della scrivania e poggiai il mio membro contro al suo sesso. Entrai nel suo corpo con facilità e semplicità. ...
    ... La scoprii calda ed accogliente, morbida e vellutata. Sollevò leggermente le gambe per favorire la mia azione e mi chiese di spingere più forte. Lo feci subito, senza esitare. Mi sentivo un treno ed ebbi la netta sensazione che ad ella piacesse un sacco. Aprì al massimo le gambe, tenendole divaricate ed io la aiutai a sostenerle prendendole le caviglie. In un istante mi chiesi quanto potesse cambiare la vita parcheggiare in uno spazio piuttosto che in un altro. Scoprii che sessualmente era un tipo completamente diverso da quello che avevo immaginato. Calda, vogliosa ed estremamente esigente. Non era una a cui piaceva subire l'azione, ma le piaceva essere complice ed attrice in prima persona. Quando venne una seconda volta, si sfilò il dolcevita bianco ed il reggiseno che indossava sotto ad essa. I suoi seni non erano né grossi né piccoli, ma erano certamente rifatti. Li presi tra le mani e li strinsi, senza smettere di penetrarla. “Ehi, vacci piano. Mi sono costate uno sproposito!”, mi disse. “Ok, non ti preoccupare. Bel lavoro comunque!!!”. “Trasferiamoci sul divanetto, dai, saremo più comodi”, mi disse. La aiutai a scendere dalla scrivania e ci spostammo sul divanetto rosso che era posizionato su una delle pareti laterali. La osservai mentre ci spostammo e non potei fare a meno di notare il suo fisico quasi perfetto. Era davvero in ottima forma a differenza di me che avevo tre o quattro chili di troppo. “Non temi che torni tuo marito?”. “No. So dove andava e non tornerà ...
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