Marcello
Data: 08/12/2019,
Categorie:
Trans
Autore: Edytrav
In un modo del tutto inaspettato sono riuscita a recuperare da un vecchio PC non più funzionante il racconto di Marcello, cominciato oltre un anno fa. E' sempre stato difficile scrivere di lui, avevo come la sensazione che le parole non riuscissero mai a descrivere le emozioni provate. Quando pensavo di aver definitivamente rinunciato rieccolo saltare fuori e adesso con alcune piccole integrazioni è pronto.
Primo contatto in chat, qualche incontro saltato e finalmente a dicembre 2016 ci conosciamo. Appuntamento alla fermata della metro. Si presenta, poco più che 50 enne, una struttura imponente e un fisico atletico, in seguito saprò che pratica sport fin da bambino. Parliamo una ventina di minuti passeggiando avanti e indietro fuori la stazione. E’ uno che incontra frequentemente, da solo o in coppia e non disdegna incursione nel mondo trav.
Un paio di settimane e organizziamo. Ci vediamo e andiamo dove ricevo. Non vuole guardarmi mentre mi cambio e si siede di spalle. Metto su intimo, autoreggenti e corsetto. Lui parla, mi accenna al mondo variegato delle sue esperienze.
Scopa sia lei che lui o insieme a lui la lei o solo lei con lui sottomesso, contemplativo, alle prese con cam, insomma è avvezzo all’argomento e manifesta una certa competenza.
Trucco, parrucca, salgo sulle decolté e sono pronta. La solita tensione del primo incontro, “puoi girarti, così va meglio?”. Approva. Mi siedo sul letto e lo osservo spogliarsi. In carne ed ossa conferma tutto della prima ...
... impressione. Ha un torace fantastico, due spalle enormi, possenti, mi ricorda qualcuno. Si sdraia, braccia dietro la testa, allarga le gambe e mi fa cenno di iniziare. Mi allungo al centro e lo accarezzo, ci prendo confidenza. E’ ancora morbido, mi fa pensare ad un frutto tropicale, profuma di fresco, di maschio. Sono inebriata, lo accolgo, lo sento crescere. Lui, gaudente e a suo agio, si gode la situazione. “Prenditi tutto il tempo che vuoi”, mi dice, “puoi andare avanti per ore”. E' terribilmente sicuro di se.
Come lo infila capisco che non andrà come le altre volte. Entra calmo, poco alla volta ma sento subito, dentro, un fastidio graffiante. Neanche il tempo di assestarmi che inizia a sbattermi duro a ritmo crescente.
Voglia, disagio, piacere, tante sensazioni.
Prosegue per non so quante serie, due – tre minuti che terminano con poderosi affondi. Da l’idea di gestire perfettamente la situazione e più va avanti e più crollo sotto i suoi colpi. Le prime grida, l’ansia. Tento di sottrarmi ma con il corpo impedisce ogni mio movimento, mi tiene giù. Partiti da un angolo dopo venti minuti siamo al centro. Sfinita lo supplico. Come un condottiero a pelo del suo destriero, si ferma, impalato dentro di me. Busto eretto, gambe ai fianchi e braccia alle spalle. Io sotto, orizzontale, schiantata.
Incurante dei miei lamenti e con il dichiarato intento di “allargarmi”, da inizio ad una lenta danza. Ondeggia il bacino da una parte all’altra, in alto e in basso, a destra e ...