Marcello
Data: 08/12/2019,
Categorie:
Trans
Autore: Edytrav
... sinistra e il mio forellino ne risente. Farfuglio che non resisto, sembra fregarsene. Rallenta, si ferma, ma non mi lascia. Si china al mio orecchio e ironico sussurra: “tu dici basta ma lo vuoi”. Scoppio in una fragorosa isterica risata.
Lo sento armeggiare. Sfila il sesso, ci mette un dito, rientra e, come fosse un gancio aggrappato al mio buco, lentamente inizia a tirare. Picco di dolore. Grido. Urlo di levarlo immediatamente, provo a svincolarmi. “Stai ferma” mi dice, “ti devi abituare”. Pensa che il mio fastidio dipenda dalla sua circonferenza. In realtà quello che proprio mi sconquassa sono tutti quegli affondi che mi provocano una fastidiosa sensazione di lacerazione.
Mi monta come un cowboy al rodeo, contrasta tutti i miei tentativi di disarcionarlo. Sono stremata, inerme, letteralmente sopraffatta. Dopo non so quanto tempo, quando non so proprio più cosa fare, finalmente leva quel dito ed esce.
Si Alza, si piega in avanti, mi afferra per le chiappe, le allarga ed esclama: “Sei bella aperta, ne hai presi di cazzi!”. Affondo la testa tra i cuscini. Provo tanto, ma tanto imbarazzo e un brivido di piacere. Poi, come fossi un manichino, mi solleva per i fianchi e mi rimette nella posizione di prima, culo in aria. Panico. ”No Marcello, aspetta, ti prego”. Macché, una volta messa in posizione me lo sbatte di nuovo dentro.
Mi monta come fossi la sua moto, la sella è il sedere e il manubrio sono le spalle. Ricomincia di gran lena, due – tre minuti intensi poi ...
... rallenta. Io non faccio che frignare, mi dimeno, lo imploro. Lui non parla molto è di poche ma efficaci parole e con una sonora sculacciata mi mette a tacere.
Eccolo quindi, di nuovo fermo, incernierato dentro di me fino alle palle. Sono sconvolta, logorata. Nonostante tutto sono molto eccitata e fiera della passione che ci mette, penso che nessuno mi ha mai scopata così.
Lui continua solo a ripetermi di state giù. Come vuoi tu, penso. Sto zitta, realizzo che sono sua, mi offro senza più alcuna resistenza, eseguo tutto quello che mi chiede.
Come una gigantesca macchina, ricomincia a pomparmi. Il suo corpo maestoso si esprime in un formidabile esercizio ginnico. Con le mani serrate ai miei fianchi, sale e scende trapanandomi nelle profondità più anguste. Mi ha talmente aperta che non sento quasi più nessun fastidio. Perdo definitivamente il controllo. In totale simbiosi con il mio carnefice provo piacere in un modo ancestrale. Non è l’orgasmo, è qualcosa di nuovo, è il piacere del corpo attraverso le emozioni della testa, ma vissute al femminile, da trav. Per me è l’apoteosi. Cado in un vero e proprio abisso erotico. Ansimante mi ritrovo aggrappata al suo piede piantato a pochi centimetri dal mio volto, sempre più trasfigurato. Come un ariete che colpo dopo colpo scardina il portone lui possente si infrange dentro di me. Piego la testa, lo vedo dimenarsi, mi cola un filo di saliva. Come la conseguenza di un unico pensiero, lui accosta il piede alla mia faccia ed io ...