Marcello
Data: 08/12/2019,
Categorie:
Trans
Autore: Edytrav
... avvicino la bocca e inizio a leccarlo, lungo tutta la pianta, dal calcagno all'alluce e poi il collo, le dita, senza ritegno. Quel ricordo di me sotto di lui, ansimante, con l'arcata dentale agganciata all'alluce del suo piede mentre fa scempio del mio culo, rappresenta il massimo della trasgressione.
Lui ovviamente a tutto questo non ci pensa, gli interessa solo scoparmi sempre più virilmente. Dopo altri venti minuti siamo al lato opposto del letto. Non so spiegarvi il senso di spossatezza. Sono distrutta, svuotata. Le caleidoscopiche emozioni, la fatica, lo stupore e lui che va dritto per la sua strada senza il minimo rallentamento.
Dopo il letto mi scopa a 90° sulla scrivania, poi con una gamba sul tavolo, con le ginocchio a terra e il corpo sul letto e poi di nuovo a pecorina sul letto. Atletico, straripante, con una fisicità fuori dal comune. Ricordo frastornata lo sbattere dei corpi, un crescendo ritmato, un lamento ipnotico, un suono peccaminoso.
Alla fine mi mette a terra, in ginocchio con la testa all’angolo tra il pavimento e lo specchio. Mi guardo mentre di slancio rientra dentro di me, mi eccita e mi imbarazza. Quasi non mi riconosco, ho una faccia mai vista. Il volto contratto, lo sguardo perso, le palpebre socchiuse.
Mi cavalca piedi a terra. Ad ogni affondo sobbalzo in avanti. I colpi mi annebbiano. Passa dall’impeto alla furia. Mi tengo come posso. Sbatto allo specchio, la fronte, le guance, le labbra. Appanno il vetro, lo bagno, lo lecco. Ho ...
... il fuoco dentro. Lui, come un ciclista che si alza su i pedali, parte per la volata. Lo supplico. Aumenta. Grido. E’ in pieno sprint, 15-20 secondi di miei sguaiati latrati, un'ultima manciata di suoi secchi e ritmati colpi e poi esplode, sillabando a grugniti, “pre-ndi-loo-tut-tto-trooo-ia”. Dopodiché il silenzio.
Crollo a terra rannicchiata, spiaggiata di lato, tremolante. Mi osserva, sfondata ai suoi piedi. Istintivamente porto una mano al sedere. La sensazione è quella di una voragine. Prostrata e a fatica, mi rialzo e mi siedo sul letto. Resto immobile per attimi. Mi parla ma non sento, ho la testa ovattata. Mi viene vicino, lo guardo. Prendo la sua mano, la passo sul mio volto, la bacio mentre confusa lo ringrazio. Sono una donna con l'anima in fiamme al cospetto del suo Dio.
Mi chiede di sfilargli il preservativo. Come una scema, nel ridicolo tentativo di levarlo, lo afferro dalla punta e tiro. E' evidente che non capisco più nulla, sono altrove. Mi ferma e se lo leva da solo, poi si lava, si veste e molto cordialmente se ne va.
Che dire, sono rimasta estasiata. Un nuovo modo di intendere il sesso mi si è palesato. Sono convinta che in questo primo incontro abbia voluto lasciarmi la sua impronta, marchiarmi. In seguito ci sono stati altri incontri, non molti, circa una decina, tutti quelli che al momento mi ha concesso. Per quanto mi riguarda ho capito di voler essere sua e alle sue condizioni, le uniche che io ho posto sono quelle di non farmi male e di non ...