Pranzo domenicale - Racconti Erotici

Pranzo domenicale

... attendere una risposta.

Feci sdraiare Teresa sul tavolo, volevo avere piena visione del suo abbondante sesso bagnato, volevo tuffarci la lingua e la faccia, volevo accarezzare tutta quella carne voluttuosa. La trovai calda e aperta, profumata e succosa, un frutto da cogliere e gustare con delizia.

Giulia si arrampicò sul tavolo anch'ella e offrì la sua vagina gocciolante alla lingua di Teresa in un lascivo 69. Baciavo Giulia col sapore di Teresa sulle labbra e poi mi tuffavo di nuovo sulle grandi labbra di Teresa in un ottovolante di sensazioni da far venire i brividi. Giulia aveva il volto trasfigurato dal piacere. «Leccala fino in fondo.» mi sussurrava. «Falla godere come lei sta facendo con me.»

Dalla porta del corridoio emerse Diego, inguainato in un baby-doll di pizzo nero, autoreggenti con la riga e scarpe con tacco 12.

«Et voilà... la vostra maitresse» disse sorridendo e assumendo una posa sinuosa.

La sua visione mi lasciò interdetto. Nei nostri messaggi non mi aveva avvisato di questa sua passione ma vederlo così sensuale non fece che accrescere la nostra lussuria. Si portò al capo opposto del tavolo e tuffò la faccia tra le cosce aperte di mia moglie che, sotto quei doppi colpi di lingua, non resistette più, mi prese la testa con una mano e mi urlò in viso tutto il suo godimento scaricando il nettare del suo orgasmo in quelle bocche avide.

«Venite nella nostra alcova.» disse Teresa prendendoci per mano e conducendoci verso la zona notte. La ...

... camera da letto era dominata da un grande letto in ferro battuto dalle volute elaborate color argento. Un comò in stile veneziano, anch'esso color argento, sorreggeva un enorme specchio che ampliava la vista della stanza. Tende leggere e un profumo caldo e avvolgente donavano all'ambiente un tocco di sensualità.

Diego salì sul letto mentre Teresa mostrava a Giulia il contenuto del primo cassetto del comò.

«Scegli pure tu, tesoro.» le disse, «Diego li ama tutti, indistintamente.» poi si voltò verso di me, che ero ancora in piedi sulla porta. «Non fare il timido, tu il giocattolo lo hai già di natura! Ihihihihi» e afferrandomi per il pene mi fece sdraiare sul letto. Diego non perse tempo e si lanciò sul mio fallo, tornando a succhiare e leccare.

Teresa, intanto, stava aiutando Giulia ad indossare uno strap-on dalle notevoli dimensioni. Aiutandosi poi con del lubrificante fecero scivolare quella bestia nell'ano, immaginai aperto, di Diego che si fermò per un istante di succhiarmi per gemere in un misto di dolore e piacere.

«Prendi il ritmo.» disse Teresa a Giulia mentre si accomodava sulla mia faccia per farsi leccare di nuovo. «Immagina di essere tuo marito quando ti scopa.» mugulò mentre con la lingua le titillavo il clitoride eretto. «E non aver timore, a Diego piace essere preso così.»

Giulia ci stava prendendo gusto, chiavava Diego con un bel ritmo che imprimeva al suo pompino il movimento perfetto. Per fortuna ero impegnato a leccare il gioiello di Teresa, ...