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Come marco mi rubò la verginità
Data: 13/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Leccese96
... Inoltre nessuno dei miei amici è disponibile per uscire un po’, ma io devo uscire per forza, sia perché non voglio sentire Alessandro e la sua nuova amica scopare, e anche perché non ho nulla in frigo. Fortunatamente ha smesso di piovere e posso uscire in tranquillità. Ma se una giornata è iniziata da far schifo, continuerà a far schifo. Mentre sono sulla strada, ricomincia a piovere. Un acquazzone così non si vedeva da anni. Sono senza ombrello e senza cappuccio, mi fiondo nel primo locale aperto che trovo. Non so che locale sia, sembra una specie di birreria old style uscita fuori direttamente da uno di quei vecchi film western. Ma ormai per me l’importante è che sia al coperto e che abbia da mangiare. Ma no, vendono solo alchool, al massimo accompagnato da qualche stuzzichino. Mi siedo al bancone, ordino una birra e, mentre la bevo tutta ad un fiato, in preda sia dalla fame che dall’incazzatura, do uno sguardo al locale: c’è solo un uomo seduto un paio di sgabelli più in là, e un altro paio di ragazzi seduti ai tavolini. Sorseggio, questa volta con più calma, la mia seconda birra, mentre sento: “Anche per te giornataccia, eh?” Mi volto, è stato l’uomo seduto al bancone a parlarmi. Lo liquido dicendo “Sì, una giornata del cazzo come sempre!”, e ritorno a bere. Non so bene perché ho reagito così, ma, come aveva ben intuito, oggi non è proprio giornata. E a quanto pare lo si capisce bene solo guardandomi in faccia. Mi sento un po’ osservato, mi volto di nuovo. ...
... L’uomo mi fissa, e il suo sguardo è a metà tra l’esterrefatto e l’incredulo. Ha anche un mezzo sorrisetto incredulo in faccia. Mi scuso dicendogli che sì, era stata davvero una pessima giornata e ritorno per i fatti miei, ma lui ne approfitta e scivola verso lo sgabello più vicino al mio, ordina una birra anche lui e mi fa “Dai, non può essere andata peggio a te che a me! Comunque piacere io sono Marco!” Mi porge la mano e io son costretto a ricambiare il saluto. Solo a questo punto mi accorgo effettivamente di chi mi ritrovo davanti. Un uomo che non avrà avuto più di 38 anni, occhi grandi, verdi, capelli corti, biondi e un po’ spettinati, mascella larga e labbra né troppo sottili, né troppo carnose, lineamenti da vero uomo duro. Nonostante indossasse un maglione, trasparivano chiaramente dei bicipiti enormi, risultati da anni e anni di dura palestra. Non osavo neanche immaginare cos’altro nascondessero quegli indumenti. È un tipo simpatico e socievole, fa battutine e non la smette di parlare, ma io non lo ascolto, sono troppo impegnato a guardare i suoi muscoli e a perdermi nei suoi occhi. “Oh, è un po’ tardi. Mamma mia come piove! Non è che vuoi un passaggio? Io ho la macchina proprio qui dietro, così durante il tragitto finiamo il discorso!” Ma che discorso? Non ho la minima idea di che cosa stesse dicendo, ma accetto, in buona fede, il passaggio. Ritornare a casa sotto la pioggia non mi va proprio e lui sembra comunque affidabile. Saliamo in macch… “L’hai mai ...