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Diario di un corpo 4 - cambio di programma
Data: 19/12/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: porcellino90
... sempre più caldo, aperto, bagnato, morbido. Ho sensazione che il mio buco stia diventando di burro, e che il cazzo di S. sia il coltello che ci affonderà di lì a breve. Sale di nuovo leccandomi la schiena, accende il fornello allungando un braccio e mi gira. Un pronto bacio, con un retrogusto di culo e mandorle, un bacio profondo, un bacio carico di voglia e di affetto, quell’affetto un po' alieno che c’è fra due scopamici. Il suo cazzo è gonfio, palpita, vedo le scosse che lo percorrono. Mi abbasso, voglio ricambiargli il favore. Tiro giù i jeans e i suoi slip bianchi sono diventati trasparenti all’altezza della cappella, la vedo gonfia, rossa, grossa. Tiro via anche gli slip e lo lecco per tutta la lunghezza, parto dalle palle e arrivo ad un centimetro dalla cappella prima di tornare giù di nuovo. Un sussulto e dal tagliato vedo spuntare un goccioloni trasparente, non resisto e lo lecco via. Inizio a lavorargli la cappella, roteo la lingua, passo la punta sotto i bordi della cappella, risalgo dal filetto fino al formulino che è di nuovo pronto a buttar fuori un altro gocciolone, lo ingoio per metà, torno di nuovo sopra, aumento la velocità. La lingua è veloce attorno alla cappella prima che ricominci d ingoiarlo, ad ogni affondo riesco a guadagnare centimetri, ad ogni affondo S. è sempre più rigido, dopo un minuto ci sono, è tutto in gola, sfioro col labbro inferiore l’attaccatura dei coglioni, il naso affonda completamente nei suoi peli neri e curati. S. ...
... grugnisce, è quasi un urlo spezzato, sta godendo, gli piace, le gambe sono tese, bloccate dai pantaloni che sono arrivati alle caviglia, barcolla e si aggrappa al piano della cucina, inizio a tiralo fuori ma mi segue, mi segue finché la testa non si blocca sullo sportello del mobile, affonda lento, ma deciso. Dentro e fuori dalla mia gola, senza mai toglierlo tutto dalla mia bocca, giusto quei centimetri necessari a farmi respirare e giù di nuovo fino in fondo. Gli stringo il culo fra le mani, duro, marmoreo. La durezza del muscolo contrasta con quel soffice manto peloso che lo ricopre. Lo tira fuori all’improvviso, i tira la barba. La bocca di apre, un po' per il dolore improvviso, un po' per far entrare più aria, è un attimo, il tempo di guardarci negli occhi che S. ci ha sputato dentro, giusto un attimo prima di inginocchiarsi come me a terra, lì in cucina e baciarmi di nuovo. E’ di nuovo un bacio carico di voglia a cui si aggiunge una velata dolcezza, un grazie per il lavoretto appena ricevuto. Il caffè è pronto, ci alziamo mezzi stralunati, non sappiamo se è il caso di bere quel caffè o lasciare lì a freddarsi e correre sul letto. Ma basta uno sguardo, uno sguardo che dice: Questo lo beviamo dopo. Ci tiriamo su i pantaloni e lo guido verso la mia stanza. Se non fosse per i miei me lo sarei scopato lì, senza chiudere la finestra, per il gusto di mostrare a tutti come si scopa, come si gode e come si fa godere qualcuno, per vedere gli sguardi invidiosi, curiosi e anche ...