1. Una storia di m(e)


    Data: 23/08/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: uars, Fonte: Annunci69

    ... a fine serata, verso le 4.30. E voglio trovarla con body nero, calze rosse autoreggenti e tacchi vertiginosi. Sembra incerta ora e le trema la voce. Mi innervosisce. Quasi urlando le intimo di scendere dalla macchina e di farsi trovare esattamente come le ho detto. Scende, ma a malapena saluta.
    
    Il sabato sa che non voglio essere disturbato. Devo studiare, quindi non chiama per il solito appuntamento prima della disco. La sera in discoteca non c'è. Bene. Finito il lavoro mi pagano. Esco alle 4.15 ed ho una voglia matta di vederla, ma voglio farla aspettare, voglio farla soffrire così vagabondo in macchina fino alle 5 passate e solo allora mi decido.
    
    Suono il campanello. Mi invita a salire, aspettandomi sulla porta. Noto subito che è impacciata. Entro chiedendo permesso, lei accenna un sorriso. Mi fa accomodare in salotto, le chiedo di farmi un caffè. Lo prende anche lei. Mi si piazza a fianco mentre la guardo, sorridendole. Finiamo di bere. La prendo per mano e le chiedo dov’è la stanza da letto. Mi ci accompagna. Non appena entrati chiudo la posta a chiave. E’ quasi l'alba. Le chiedo di chiudere la tapparella, voglio che filtri solo un po’ di luce. Già. Giusto il necessario per spiare i suoi timori, per vedere il suo corpo.
    
    La faccio sedere sulla sedia, la giro verso di me. Le dico di star tranquilla, di smettere di tremare.
    
    “Non ti farò del male… So cosa vuoi, lo leggo nei tuoi occhi…” Non capisco se la sua è solo agitazione o già paura. I suoi occhi seguono ...
    ... ogni mio movimento. Continua a tremare, immagino che il suo cuore batta a mille. Le accarezzo le caviglie, le cosce, poi mi fermo.
    
    “Sei un bimba obbediente, ti sei conciata come volevo…” sussurro riprendendo a massaggiarle le cosce. Mi fermo per imporle di togliersi il body, tenendo addosso solo calze, scarpe e reggiseno.
    
    “Voglio vederti come una puttana…” E’ impacciatissima, non so se è proprio paura o solo agitazione. Le ordino di alzarsi. Comprendo il suo stato d'animo, mi piace, così la bacio sul collo, la bagno di saliva ascoltando il mio stesso respiro che si fa affannoso. Le sussurro all’orecchio che voglio godere di lei, puttana, che sarà la mia troia.
    
    Ora è in piedi di fronte a me. La giro, la spingo con forza contro la parete, la incappuccio col body.
    
    Sono quasi un animale mentre le strappo il reggiseno, mentre le mordo i capezzoli. Non può vedere quello che sto facendo, può solo “sentirmi”. E io voglio che mi senta, che senta la stretta dei miei denti. Urla che le faccio male e io affondo i denti ancora di più. Anch’io sento. Sento i suoi capezzoli indurirmisi in bocca e sento il suo dolore, che è il mio piacere.
    
    Mi fermo, le tolgo il body, la rigiro verso di me. La scruto sorridendole ancora, e forse lei intuito qualcosa adesso, perché muove le mani verso i miei pantaloni. Gliele afferrò e le porto proprio sulla patta. Poi la spingo giù fino a farla inginocchiare.
    
    “Fammi sentire come me lo succhi, dai…” e lei prende timidamente a leccarmi il cazzo. ...
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