1. Una storia di m(e)


    Data: 23/08/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: uars, Fonte: Annunci69

    ... finirà se lei non rispetta le regole.
    
    Ora inizia a conoscermi meglio. Durante la serata non parliamo molto. Poi la porto a casa promettendole genericamente di richiamarla in settimana, ma non lo faccio. Me la ritrovo il venerdì in discoteca, incazzata nera. Mi chiede di andare da lei appena finito col lavoro ma le rispondo che se lo sogni. Ci rivedremo di nuovo sabato o domenica, ora non ho alcuna voglia di toccarla o di stare con lei.
    
    Passano giorni prima che la chiami, ma alla fine lo faccio. Non abbiamo più un rapporto bellissimo, se poi l’abbiamo mai avuto, non so nemmeno come definirlo. Il fatto è che non sa dirmi no e cede immediatamente ai miei desideri. Perfino troppo facile.
    
    In casa rimedio degli spilli e del nastro isolante. Venerdì sera li porterò con me. Non so se le piacerà ma voglio che abbia paura, voglio leggere la sofferenza dai suoi occhi sbarrati, voglio eccitarmi per gli spasmi della sua carne, per i suoi singhiozzi. Nel locale, durante la serata, non rispondo alle sue continue domande. La esaspero con un silenzio in cui però continuo a baciarla.
    
    Arriva il momento. Casa sua. Saliamo e siamo subito in camera da letto. Le chiedo ridendo se ha delle corde, è titubante. Alla fine rimedio solo dello spago ma basta per legarla a croce sul letto. Opero senza fretta, con sicurezza, senza mai smettere di fissarla negli occhi. Anche lei mi fissa.
    
    “Hai una faccia che non mi piace affatto” dice preoccupata, mentre le mie mani abili serrano un nodo ...
    ... dopo l’altro. Sorrido appena.
    
    “Devi fidarti. E continuare ad essere obbediente. Sei la cosa più preziosa che ho.” E’ vero. Relativamente a quel momento.
    
    In cucina cerco disperatamente un tovagliolo che finalmente trovo. Appena tornato in camera glielo ficco in bocca prima ancora che possa protestare in qualche modo, poi col nastro isolante lo blocco per bene in modo che non lo possa sputare. Pochi, lievi gemiti di protesta filtrano appena dalla stoffa e dalla plastica. Delizioso.
    
    Le mostro gli spilli facendoglieli sfilare davanti agli occhi. Li segue ipnotizzata. Ne impugno uno e con quello le sfioro la pelle, partendo dalla caviglia. Si agita, ora che i miei movimenti sono fuori dal suo campo visivo, ma non sono ancora pericoloso. Certo lei non lo sa. Per ora voglio solo che tremi sentendo il contatto, quindi le intimo di stare ferma ma lei solleva la testa al massimo, vuole vedere. Sorrido, continuando a percorrerle il corpo con la punta dello spillo. Risalgo lungo le gambe, mi inoltro fra le cosce, navigo attorno alla fica, arrivo ad un capezzolo, passo all’altro e ridiscendo fino all’altra caviglia.
    
    La paura le si legge in viso, ora, tanto che spuntano le prime lacrime. Lentamente torno su, ma lei nemmeno guarda, concentrata com’è sulla traccia sottile dello spillo. Accelero, glielo punto sul capezzolo e premo, ma non penetro nemmeno la pelle. So che non lo sopporterebbe, che la deluderei. Si è fidata di me. Per ora basta.
    
    Poso lo spillo e le libero la bocca. ...
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