1. Harem/1


    Data: 07/01/2020, Categorie: Lesbo Autore: esperia, Fonte: EroticiRacconti

    Gli eventi che mi hanno portato davanti a questa porta hanno dell’incredibile. Quando mi sposai con Giulia non l’avrei mai pensato. Lei era figlia unica di un italiano e di una egiziana di religione cristiana. I suoi genitori risiedevano al Cairo, ma quando Nasser prese il potere rovesciando la monarchia, il lavoro per gli stranieri divenne illegale e quindi mio suocero (che laggiù occupava un posto di rilievo come ingegnere) se ne dovette tornare in Italia come profugo portandosi la moglie. Il fratello della quale, pur essendo egiziano, si prese paura perché pensò che ci sarebbero stati dei problemi per i cristiani e, approfittando di alcune conoscenze, si trasferì in Libano. Trovò lavoro in una compagnia petrolifera di proprietà di un emiro, uno dei più potenti degli Emirati Arabi, immensamente ricco. I due ebbero modo di conoscersi e l’emiro cominciò a affidargli compiti sempre più di responsabilità, finché gli propose di trasferirsi nel suo piccolo villaggio negli Emirati Arabi al confine con Oman. Era infatti laggiù che l'emiro aveva il suo quartier generale e lo zio avrebbe dovuto fargli da assistente personale. La condizione era che si convertisse all'Islam e che si adeguasse agli usi e costumi (quasi medievali) di questo remoto villaggio. Il compenso era enorme e lo zio dovette pensare che “Parigi val bene una messa” e così accettò. Passarono gli anni e tutti si dimenticarono di lui, che, a parte qualche sporadica telefonata con la sorella, non si fece mai vedere, ...
    ... forse vergognandosi del tradimento della sua conversione. I contatti cessarono del tutto tre anni fa, con la scomparsa di mia suocera, che seguiva di qualche anno quella di mio suocero. Dello zio non si seppe più nulla finché lo scorso ottobre una telefonata dal suo avvocato di Abu Dhabi ci informò che lo zio era deceduto e che mia moglie era l’unica parente in vita (non aveva avuto figli) e quindi sarebbe stata l’erede naturale della sua fortuna. Purtroppo però le leggi tribali del villaggio in cui risiedeva proibivano alle donne di avere delle proprietà, per cui l’eredità passava a me, come unico parente maschio, seppur acquisito, ancora in vita. L’avvocato ci disse che la fortuna dello zio era cospicua, forse di qualche milione di euro. Era comunque necessario che mi recassi negli Emirati per firmare atti notarili, vendere le proprietà, insomma raccogliere quanto possibile e trasferire il tutto in Italia. Per fortuna avevo vissuto tanto all'estero e l’inglese non era un problema per me. Così feci. Atterrai ad Abu Dhabi, e rimasi impressionato dallo spettacolo di quella città. Passai la notte in albergo e il giorno successivo mi incontrai con l’avvocato esecutore testamentario dello zio. Altro che qualche milione! Tra conti bancari in moneta locale o dollari, fondi d’investimento, assicurazioni, pacchetti azionari e obbligazionari si parlava di almeno venti milioni, e forse di più. E poi c’erano le proprietà immobiliari: aveva un pied à terre a Parigi, un attico in centro a ...
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