1. Harem/1


    Data: 07/01/2020, Categorie: Lesbo Autore: esperia, Fonte: EroticiRacconti

    ... Abu Dhabi, uno a Beirut e una grande proprietà nel villaggio tribale dov'era residente. Si trattava di un edificio di più di duemila metri quadrati. Un’enormità, al punto che credetti di essermi sbagliato e non aver capito bene: forse un errore di traduzione dall'arabo all'inglese. Chiesi all'avvocato se potesse venderlo per me, ma lo vidi esitare e alla fine mi disse che vedeva qualche difficoltà e mi pregava di visitare la proprietà prima di prendere qualsiasi decisione. Un po’ a malincuore mi organizzai per una visita la settimana successiva. Non vedevo cosa ci sarei andato a fare in mezzo alle polveri del deserto, in mezzo a beduini rimasti al medioevo. Avevo anche un po’ paura. Pensavo di arrivare in mattinata, dare una rapida occhiata e verso sera tornare indietro. Magari avrei trovato qualche quadro o tappeto di valore da portarmi via. L’avvocato mi procurò un autista e una Toyota Land Cruiser e il venerdì successivo partimmo la mattina prestissimo, prima dell’alba. Il venerdì è il giorno di festa per i musulmani e non avrei avuto niente da fare in città, con tutti gli uffici chiusi. Ci vollero quattro ore in mezzo al deserto. Quando arrivammo avevo il culo a pezzi ed ero impolverato come un cammello. E di cattivissimo umore. Il villaggio era una porcheria, come immaginavo. Era addossato contro una rocca dalla quale riceveva un po’ d’ombra. Casupole di mattoni a vista, strade sterrate, nessuno in giro, qualche cammello. Ma, guardando meglio in una specie di gola ...
    ... tra le rocce sovrastanti dove scorreva un ruscello e c’era un po’ di vegetazione, vidi alcuni enormi palazzi di marmo, dalla raffinata architettura, tutti diversi tra loro. Ne contai sei. Giganteschi. Alcuni a due e altri a tre piani, con mura di cinta a nascondere giardini interni. La Toyota si fermò davanti al portone di uno di questi palazzi, un domestico ci aprì e io entrai in una vera e propria reggia. Marmi, alabastri, tappeti persiani da parete a parete, sculture, lampadari di cristallo, scalinate hollywoodiane, specchi, finestroni. Un lusso sibaritico. Io ero senza parole quando vidi un uomo venirmi incontro, salutarmi in inglese e profondersi in colorite espressioni di benvenuto. Si presentò come Ali, il maggiordomo dello zio e il responsabile della casa. Almeno se io l’avessi riconfermato, visto che ormai dipendeva da me. Mi fece preparare del cibo, mi chiese se volessi fare una doccia (accettai e mi docciai nel bagno più lussuoso che avessi mai visto). Poi mi fece visitare la proprietà: il giardino, le cucine, le innumerevoli camere, le sale da pranzo, da gioco, la enorme biblioteca, la sala cinema, i locali di servizio con gli apparati per i pannelli fotovoltaici e i sistemi di condizionamento. Dovunque vedevo servitù al lavoro. Tutti maschi. Poi visitai le stanze private dello zio: un salotto e uno studio. Chiesi dove fossa la sua camera da letto e Alì mi rispose che il padrone dormiva nell'harem. Nell'harem!? Questa sì che era una sorpresa! Alì mi spiegò che il ...
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