1. Salve terra, qui koona, 16a parte


    Data: 16/01/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: sexitraumer

    ... andai a recuperare il vestitino che mi avevano preparato. Ero in quello che voi chiamate topless, e le mutandine di bordo sono tutt’altro che provocanti. Fasciano bene e non sono né sexy né ridicole. Durante lo scan mai una volta il dottor Vallefuntes fissò mai i miei piccoli e ben proporzionati seni di cui vado – come ogni ragazza immagino – orgogliosa. Lungi da me l’intenzione di provocare il medico di bordo ! L’infermiera Hubbert incaricò Enda, che era alla quasi alla fine del proprio turno, di accompagnarmi dalla Terry. A suo dire non dovevo mai girare sola. Ora avevo solo una gran fame. Enda mi accompagnò nell’area della nave dove si poteva mangiare qualcosina di precotto. Verdura fresca a bordo ce ne era pochissima. Ufficialmente era proibito coltivarla, anche se in apposite aree, lontane dalla zona motore dove avvenivano reazioni nucleari, ricavate dalla solidale complicità dell’equipaggio c’era chi coltivava vari tipi di verdura; i più spigliati contrabbandavano all’imbarco terriccio terrestre, o delle stazioni spaziali decisamente più artificiale, e con l’aiuto di altre persone che compravano le lampade a temperatura di colore predisposta per imitare lo spettro solare, davano alle piantine otto ore al giorno d’irraggiamento; coltivavano ortaggi facili come cicoria, scarola, lattuga, rucola, di cui mi disse Enda il commissario di bordo, Conte, andava piuttosto goloso. Se il terriccio era terrestre, pieno zeppo di ogni impurità e o batteri la verdura era saporosa; se ...
    ... era terriccio “trattato” come quello in uso nelle stazioni orbitanti il sapore lasciava a desiderare, e complici costosi trattamenti più o meno protetti da brevetto, il sapore veniva aggiunto dopo. Non tutti i marchi però erano bravi a produrre sapori terrestri. Questi orti “clandestini” e ad un tempo più o meno tollerati erano ricavati in stanze-container per le risorse tecniche non radioattive della nave. Avere la verdura biologica faceva piacere a tutti, e nessuno chiedeva del cambio di destinazione d’uso delle stanze porta risorse. Enda ordinò alla macchina erogatrice due colazioni con lieviti. S’informò sul mio stato di salute, e fu prudente nel regolare gli zuccheri polverosi di guarnizione ai lieviti…
    
    “Meglio non viziarsi con la colazione troppo dolce; il cappuccino come lo prendi ?”
    
    “Che vuol dire ?”
    
    “Amaro il latte e caffè ? O con quanti cucchiaini di zucchero ?”
    
    “Boh, facciamo due.”
    
    “Vada per due ! Su Titano Uno lo prendevi abbastanza dolce…”
    
    “Non saprei Enda. Il computer di gestione mi regolava tutto…”
    
    “Oggi è il tuo primo giorno pieno qui ! Da domani chiedi al dottore anche una dieta adatta a te.”
    
    Consumammo la colazione parlando dell’Irlanda, la terra da cui veniva Enda, e devo dire che non mi interessasse granché. Forse lui se ne accorse, ma fu buono, e non lo diede a vedere. Ad un certo punto sentendo caldo mi sbottonai la fusciacca, ed il mio piccolo seno restò ben visibile per il mio interlocutore: non avevo intenzione di sedurlo, come ...
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