1. La minestra riscaldata diventa bollente – 1 – l’occasione


    Data: 12/11/2017, Categorie: Etero Autore: IlBaroneRosso, Fonte: Annunci69

    ... Giulia, affascinata era dir poco. Soggiogata, adesso stravedeva per il nonno.
    
    Le femmine e il suo ex-marito, sempre la stessa storia, 5, o 50 anni; sempre la stessa storia.
    
    E la piccola cominciò a fare i capricci.
    
    “Nonno, ma io posso dormire da te? In questo letto? Qui?”.
    
    “Certo, principessina, la prossima volta che vieni, ti fermi a dormire, e dormirai qui, in questo letto, qui.”.
    
    “No, stasera”.
    
    “Ma stasera ti aspettano gli altri nonni, a Pavia, anche lì c’è la tua cameretta; questa sera vai dagli altri nonni, la prossima volta dormirai da me. Qui”.
    
    “No, stasera, stasera, stasera”.
    
    Cominciò a frignare e ripeteva come un mantra “stasera”, tra una lacrima e l’altra.
    
    Era davvero arrabbiata, provò a fare la dura.
    
    “Basta con questi capricci, Giulia. Andiamo, su, mettiamoci il soprabito e via, partiamo, sono già le otto. Non voglio fare tardi, devo anche tornare a casa a Milano, dopo che ti ho lasciato dagli altri nonni”.
    
    “No, no e no.” Parlava tra un singhiozzo e l’altro.
    
    “Vacci tu dagli altri nonni, io dormo qui, da Giorgio, nella mia cameretta.”.
    
    E giù altri singhiozzi e lacrimoni.
    
    “Capricci e capriccetti. Ho detto no, e no deve essere. Se non obbedisci, ti riporto a Milano e stai con me, in castigo”.
    
    “Senti un po’, per questa volta accontentala”, Giorgio si era intromesso, “telefoniamo agli altri nonni, dormite qui, lei nella sua cameretta, tu nel mio letto, e io mi metto sul divano. Per me non è un fastidio”.
    
    Quando si tratta ...
    ... di donne, di 5 o 50 anni, Giorgio trova sempre il modo di dire di sì. Di accontentarle. Sempre.
    
    L’aveva lasciato per quello, piuttosto litigava con lei, ma di rifiutarsi di accontentare una donna, mai (e i favori di un certo tipo a una donna, saddio se li sapeva fare); mai deludere una donna, non ne era capace.
    
    E fu così anche quella volta.
    
    Accompagnò lui la bambina nel suo bagnetto a lavarsi i denti, a fare i suoi bisogni, al bidet, a lavarsi, a cambiarsi per la notte, con le cose che si era portate via per il week-end, nel suo trolley da bambina.
    
    L’accompagno nel suo letto, le raccontò una favola inventata da lui, facendo tutte le voci, del gatto, del mugnaio, del re, del capitano dei soldati, insomma un cinema.
    
    E finalmente, dopo un abbraccio e un bacio di buonanotte, la lasciò a dormire, nel suo letto da principessina.
    
    Quando finalmente tornò in sala, lei era ancora inviperita.
    
    “Hai telefonato ai consuoceri, per avvertirli?” lui le chiese.
    
    “Sì. Però devo dirtelo, Giorgio. Non è giusto. Così la vizi”.
    
    “Figurati. Non la vedo mai. Devo farla piangere l’unica volta che la vedo? Piuttosto tu, se sei impegnata, se il tuo compagno ti aspetta stanotte, vai pure a casa, a Milano, ci penso io, domattina, a portarla a Pavia”.
    
    “No, non è questo, stasera sarei tornata a casa mia, e lui è a casa sua; e comunque l’ho già avvertito, preferisco accompagnarla io domani. Se non ti spiace, resto qui”.
    
    “Ma certo, non mi dispiace, mi fai solo piacere. Allora ...
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