1. 204 . La giovane Maria dilaniata dal boscaiolo


    Data: 28/01/2020, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Incesti Lesbo Dominazione / BDSM Gay / Bisex Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... riempivano di lacrime non volute. Il sole presente nel cielo ancora non riusciva a riscaldare l�atmosfera, la terra e, al momento, nemmeno me. Arrivai al ponte, era sempre identico, le tavole di legno, che resistevano imperiture al trascorrere delle stagioni, si muovevano sotto i piedi, in basso, sotto a quegli assi traballanti, scorreva rumoroso e tumultuoso il torrente. Lontano, vedevo una cascata e poi i balzi e gli spruzzi dell�acqua che velocemente scendeva a valle. Che spettacolo della natura!! Superai il ponte e seguii ancora il sentiero. In salita, ancora in salita, come la mia vita e anche come quella di mia sorella e se vogliamo ancor di più come quella di mio padre. Percorsi un centinaio di metri e mi ritrovai su quel pianoro, dove da bambina e da ragazzina giocavo a pallavolo con i miei amichetti e le mie amichette. Una avventura giovanile, nata su quel piano, anzi, direi dietro a quel grande masso che, ai tempi dei tempi, rotolando giù dalla montagna s�era fermato proprio lì, sulla sinistra di quel grande spiazzo. Pareva un gigantesco sedile, una specie di panchina in pietra, lucida perché levigata da centinaia di sederi che sopra s�erano adagiati. Mi sedetti in quella stessa posizione dove quel giorno fatidico baciai Remigio, un ragazzotto bruttino, figlio anche lui di contadini, biondo e riccio, ma fisicamente forte. Giocava con altri ragazzi che in quel nostro piccolo paese ci venivano in vacanza. A torso nudo, muscoloso e liscio, dal collo in giù bello ...
    ... come un Adone. Sudato, quel giorno si sedette vicino a me, anch�io sudata, un pochino scamiciata e con la gonnellina piuttosto corta e tenuta alta sulle cosce nude parecchio scoperte. A quattordici anni non si ha la capacità di discernere e di comprendere le manovre di avvicinamento di un maschio. Lo consideravo un amico e con lui conversai del più e del meno ridendo delle sue battute. Lui, che s�era seduto ad un metro da me, scivolò poco alla volta su quella pietra e dopo un po� me lo ritrovai al mio fianco, vicinissimo, a stretto contatto. La sua coscia contro la mia la sua mano sul mia rotula nuda. Ne fui turbata, non capivo il lieve tremore che sentivo dentro, nello stomaco. Non comprendevo nemmeno il sudare delle mani ed il calore avvampante che mi invadeva le gote. La mano sua si spostò dal ginocchio e mi si posò sulla spalla avvolgendomi ed attirandomi contro di lui. Ricordo che non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel torace e dai suoi jeans attillati che verso l�inguine mi parevano assai pieni. Mentre gli altri continuavano a giocare, sentii solo gridare a gran voce il mio nome, poi la bocca di Remigio si posò sulla mia e lo baciai. Ancora il mio nome fortemente gridato a disturbarmi le orecchie; staccai la bocca da quella del mio giovanissimo spasimante per protestare e nel voltarmi vidi mio padre, che risalendo dal sentiero, con la canna da pesca in mano, mi osservava severamente, io, con le labbra tumide e le braccia di Remigio che ancora mi circondavano ...
«1234...15»