Odette: oui je suis putaine, 2a parte
Data: 09/02/2020,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: sexitraumer
... e moscerini, da rumori improvvisi, ed ululati di animali più o meno vicini e lontani giunse al fin del sentiero campagnolo ad un incrocio con qualcosa di più largo che avrebbe potuto percorrere tanto a destra, quanto a sinistra. Optò d’istinto per la destra, e si mise in cammino. Non aveva con sé alcuna lampada portatile. Camminando dal lato dei rovi teneva le orecchie tese quando d’improvviso sentì un rumore di zoccoli in avvicinamento. Sì, quelli erano zoccoli, e gli animali che li stavano emettendo dovevano essere dei cavalli. Scelse in quel momento di nascondersi dietro un rovo invadendo un fondo, e aspettò che quegli zoccoli passassero; fece bene: erano una coppia di cavalli che trasportava un carro relativamente pesante, con a bordo dei soldati, come poté dedurre dai loro cimieri ed alabarde visibili a quel lievissimo chiarore, che aveva preso il posto, della pulita oscurità di qualche ora prima. Le era sembrato di contarne circa otto-dieci. A quel trasporto militare certo non poteva chiedere un passaggio per via del suo abbigliamento. L’avrebbero arrestata all’istante e depredata del suo bagaglio, e dei suoi effetti personali, oltre che del suo denaro, che in massima parte sarebbe andato al loro ufficiale comandante, e gli spiccioli di rame alla truppa. L’alba la fece riflettere: era il caso che si togliesse quegli abiti maschili, ed indossasse l’unica veste femminile del suo corredo, con la quale aveva esercitato a Smirne la sua professione…dopo essersi spogliata ...
... dietro il rovo all’interno del fondo di olivi prese dal sacco la sua veste e vi ripose i pantaloni; ricaricò anche il pistolotto e se lo sistemò alla meglio sotto la veste. Quindi, assunte fattezze più femminili, si rimise in cammino sulla strada in attesa di un’altra carrozza. Camminò un’altra ora senza che ci fossero altri passaggi, quando stanca per il peso del sacco era crollata per terra, e s’era messa a dormire in mezzo alla strada. Era stata fortunata che il sole fosse sorto rendendola visibile ad un carretto guidato da un contadino. Questi era sceso dal carro, e s’era avvicinato alla donnina bionda dormiente sul suo sacco. La percosse lievemente, ma Odette non dava segno di volersi svegliare; allora presa dell’acqua da una fiasca la fece bere. La ragazza riprese conoscenza ed aprì gli occhi. Davanti a lei un contadino di una cinquantina d’anni dall’aspetto pacioso reggeva in mano una fiasca. Le tese la mano e la aiutò a rialzarsi. La donnina esordì nel suo stentatissimo italiano:
“S-sì ?...”
“Perdonate signorina, vi abbiam visto distesa sulla strada, pensavamo che fusse nnà morta. State bene ? Come vi sentite ?”
“Sì…moi…io que ?...”
La donna venne aiutata a rialzarsi ancora intorpidita dal sonno; sbadigliò delusa; fosse dipeso da lei avrebbe continuato a dormire…l’uomo del calesse chiese:
“Andavate da qualche parte ?”
Le venne in mente di dire il primo paese che aveva visto sulla sua mappa:
“Moi ? Trecase ! Oui, Trecase monsieur !”
“Tricase, dite ? ...