Il modello
Data: 13/11/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: chiccoge, Fonte: EroticiRacconti
... più bello del giorno precedente: maglietta bianca, jeans e infradito. Mio dio, quei piedi mi eccitavano da morire: mi sarei gettato a terra subito per l baciarglieli; ma dovevo resistere, in fondo si trattava di un rapporto di lavoro e non sapevo come lui la pensasse al proposito… Lo feci accomodare nella sua stanzetta, gli feci vedere il letto, il bagno e la cucina, dove avrebbe potuto servirsi di quello che gli occorreva e gli dissi di farsi la doccia e di venire nello studio. Lui mi rispose che non ricordava dove fosse il bagno, se potevo accompagnarlo; e così feci; gli chiesi se potevo lavarmi i denti mentre lui faceva la doccia e la cosa parve non dispiacergli. Cominciò a spogliarsi, mentre io lo spiavo nello specchio; non la finivo più di massaggiarmi le gengive con lo spazzolino; cominciavano a farmi male, ma fingevo di non avere ancora finito per godere dello spettacolo; il suo corpo era bellissimo, sotto i getti dell’acqua sembrava il corpo di un dio greco, una statua perfetta… Quando uscì dalla doccia gli dissi di spalmarsi sulla pelle un unguento che l’avrebbe resa ancora più lucida e lui comincio a darselo sulle braccia, sulle gambe e sul petto; poi disse: “Sulla schiena non riesco, mi aiuta?” Non me lo feci ripetere due volte, presi un po’ di olio nella mano e cominciai a spalmare sulle spalle, sulla schiena...provai ad osare un po’ più giù, dove avrebbe potuto arrivare anche da solo. Chissà perché sul culetto non se lo era ancora dato? Gli dissi: “Qui manca!” e ...
... massaggiai le due splendide chiappette….Che delizia il contatto con quella pelle, calda e luminosa! Lui si piegò un pochino e io spalmando provai a dilatare un pochino le due natiche. Apparve...mi sentii svenire... apparve per un attimo il buchetto tenerissimo di quell’angelo, lo stretto orifizio che mi sembrò in quel momento la porta del paradiso, non mi passò neanche un attimo per il cervello che lui lo usasse per…fare la cacca! Lo guardai davanti e notai che sul pube c’era un po’ di pelo corto; gli chiesi se poteva rasarsi, ma lui rispose che non aveva la lametta. Presi la mia e feci per dargliela, ma lui non la prese, si appoggiò di schiena al lavandino e mi offrì il pube…dovevo rasarlo io?????? Incominciai lentamente a radere sotto l’ombelico, scendendo piano piano…il respiro mi si fermava in gola, ma il lavoro era uno dei più gradevoli che avessi mai fatto! Quando arrivai ai lati del pene, mi aspettavo che lui lo spostasse a destra e a sinistra per permettermi di rasare i peli di lato, ma lui mise le mani dietro la schiena. Allora, con la voce rotta, chiesi timidamente: “Posso?” e lui con lo sguardo mi accennò di si. Presi il pene (non era né flaccido né duro, una via di mezzo, ma era caldissimo!) e lo spostai da una parte; rasai la pelle da un lato... e poi dall’altro; poi lo sollevai verso l’altro e rasai delicatamente i testicoli. Alla fine bagnai una salvietta e ripulii tutto quel meraviglioso apparato genitale. Quindi gli dissi di venire nello studio e prepararsi ...