La Genovese
Data: 12/02/2020,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Cigno
... che io campo ancora per molto? L'altra volta il medico me lo disse: Signora, lei deve evitare di mangiare dolci che altrimenti diventa un problema.” “Eh nonna, tu infatti non ne devi mangiare!” “Si, come no! C'abbiamo il bar in famiglia e secondo te io a ottantasei anni dovrei scordarmi che esistono i dolci?” “Ma scusa, ti diciamo noi di mangiarli?” “No, però mi pare tanto male non dare soddisfazione a te e tuo marito! Quante volte, inoltre, ho dato consigli a Calò su come migliorare la ricotta?” Calò a quel punto, che stava guardando distrattamente i risultati delle partite di calcio, si voltò con espressione colpevole. “Nonna! Questo era il nostro segreto, però!” disse. La moglie lo fulminò con lo sguardo, rimanendo in silenzio. Un pensiero inquieto improvvisamente la travolse. Non riusciva mai a focalizzare bene le immagini confuse che la sua mente, stimolata da input casuali, metteva in sequenza. Cercò dunque di distrarsi, cambiando discorso e chiedendo alla nonna “Ma di quale medico parli, scusa? Hai sempre detto di non fidarti del tuo medico.” “Non sia mai! Quello lì è una cosa inutile. Semmai l'altra volta è venuto a visitarmi un medico nuovo, molto più simpatico, che fa i turni la notte. Mi disse per bene quello che dovevo fare con le mie pillole. La prossima volta chiamo direttamente lui, così sto più tranquilla.” “Un caffè, per favore.” “Prego.” L'uomo fece roteare la tazzina delicatamente, in modo quasi ipnotico. Raggiunta la mescola adeguata, bevve tutto insieme. ...
... Domandò infine un bicchiere d'acqua. La barista glielo porse, lui ringraziò. Dopodiché, pagò e uscì dalla porta. “Arrivederci.” “Buona giornata.” Paf. “Calò...” mugugnò lei, leggermente infastidita ma anche stranamente rinvigorita da quel desiderio espresso attraverso il tatto. Il marito la baciò nuovamente in fronte, prima di dedicarsi nuovamente ai clienti, alle loro paste e ai cornetti. Il pensiero si fece intrusivo, anche quella mattina. Confuso e inintellegibile. Nebbioso. Osservò la porta a vetri richiudersi da sola, per qualche secondo. Riusciva a vedere la strada e il passaggio delle auto attraverso essa. La richiesta di un latte macchiato la distolse dal momento di stallo, facendola ripiombare nella realtà routinaria del suo bar. Si grattò la natica sinistra, ancora finemente pizzicata dallo schiaffo, come a volersi assicurare che rimanesse in silenzio e nessuno dei presenti potesse rendersi conto di come la sua pelle e la sua carne fossero sveglie e richiedenti attenzioni. Calò si accese una sigaretta. Era sera inoltrata e i due coniugi avevano già mangiato. La moglie stava controllando i social attraverso il suo cellulare. Era annoiata e stanca, dopo una giornata di lavoro, tuttavia non riusciva a stare seduta per via di una non meglio specificata sensazione di tremito. Una vibrazione lungo tutto il corpo che non era in grado di gestire sulla sedia o sul divano. Indi per cui si appoggiò con i gomiti sul tavolo, la testa iperestesa e gli occhi puntati sullo schermo ...