La Genovese
Data: 12/02/2020,
Categorie:
Sentimentali
Autore: Cigno
... Tale emozione, per lei, era segno di un amore smisurato. Ogni volta che vedeva nei suoi occhi quel desiderio, quella passione, lei si sentiva un po' in colpa. Anche quella sera si sarebbe aspettata la domanda. “Tesoro...” disse Calò. “Dimmi amore...” rispose la moglie. “Che ne dici se...” continuò il marito. “La prossima volta ci dedichiamo per bene. Per stasera voglio soltanto rilassarmi. Che ne dici?” tagliò corto la moglie. Rilassarsi non era mica sinonimo di riposo. Rilassarsi significava fare sesso alla solita maniera. Posizione classica, un paio di volgarità dette a casaccio, aumento di velocità progressiva e infine esplosione in cielo di tutto ciò che Calò aveva da sfogare, sotto lo sguardo attento e studiato della moglie. Alcune varianti includevano una presa in bocca poderosa dell'asta con massaggio dei testicoli, fino ad avvenuto orgasmo, oppure una serie di preliminari che coinvolgessero vulva e clitoride in modo diretto. Ciò a cui si sarebbero dovuti “dedicare per bene” semmai era il fare all'amore, in altre parole l'estenuante processo di atti sessuali ripetuti e consecutivi a scopo riproduttivo. Un appuntamento sempre posticipato, per motivi diversi. Alcune volte voleva dedicarsi lei. Altre volte lui. Mai una volta che fossero convinti entrambi. Troppi pensieri, troppe paure. Meglio il sesso senza pensieri, rilassante. Il volto del marito carico di delusione fece emergere dei sensi di colpa importanti e convinse la moglie a dedicarsi al pisello di Calò in ...
... modo esclusivo. Lo fece venire in 4 minuti, massaggiandogli le palle con energia e sentimento, titillando il frenulo e tirando giù la pelle del prepuzio. Accolse il suo seme caldo in bocca, facendo le linguacce. A lui piaceva questo connubio tra genuinità e sporcizia. A lei piaceva trovare sempre il modo giusto di accontentarlo, anche a scapito del suo piacere personale. Anche quella sera, infatti, niente orgasmo per lei. “Un caffè, per favore.” “Subito.” La barista era sovrappensiero. Ripensò alla sera precedente con un senso di sconforto. I pensieri, sempre impenetrabili, la rendevano quasi ansiosa. Lentamente, senza controllare la direzione dei suoi movimenti, appoggiò la tazzina sul piatto posto di fronte al suo cliente. Paf. Una goccia di caffè bollente rimbalzò e le cadde sul dorso della mano. Emise un leggero gemito di dolore e ammonì il marito con lo sguardo. Calò, consapevole dell'errore, chiese scusa a bassa voce e tornò a servire i clienti. L'uomo osservava la scena in silenzio. “Mi scusi. Glielo rifaccio.” “No, si figuri. Va bene anche questo.” Appoggiò le labbra alla tazza, si scottò e la allontanò d'istinto. “Eh, vede, le tazze sono appena state lavate. Capita.” disse lei, mentre osservava i gesti del cliente, alle prese con il caffè da lei preparato. “Sono un recidivo. Apprezzo di più le bevande quando son difficili da bere.” disse l'uomo, mentre teneva lo sguardo fisso sulla donna. La donna ricambiò lo sguardo. Non era a disagio, sebbene trasparisse una certa ...