1. Lei non era Annabel Lee 3 (Fine)


    Data: 14/11/2017, Categorie: Sentimentali Autore: senzaidentità, Fonte: EroticiRacconti

    *** “Vai di fretta?” Chiese Michele, vedendo Anna oltrepassarlo evitando di voltarsi. Era una mattina strana quella, Marzo innevato e la neve indorata di sole. La prima in cui tornava al loro locale dopo l'ultimo dopo pranzo passato insieme, quando uscendo dal magazzino aveva abbracciato la sua amante stupidamente tra gli occhi dei bicchieri inanimati. Tuttavia un paio di quei vitrei fondi s'era fatto più gonfio, bianco e venato di linee rosse, al centro si erano riflessi due puntini color liquirizia. Michele s'era scansato ficcandosi le mani nelle tasche dei pantaloni e a labbra strette s'erano salutati. Lui e Giulio. *** “Non voglio più che vieni da me.” Gli aveva scritto lei la mattina dopo. E lui non c'era più venuto per davvero. “Mi vergogno tanto di essere stata vista.” Ma lui aveva fatto a meno di rispondere. *** “Ho fretta si.” “E sei nervosa.” “Anche si. Questa tomba di città si riempie come un formicaio l'otto Marzo. Tutti qua dentro.” Michele si guardò attorno, le misere decorazioni dedicate alla festa della donna fiorivano sui tavolini. “Non me lo ricordavo, non me le ricordo mai sti commerci di feste a dire il vero ma se vuoi per domani ti porto via ai Caraibi. Ti porterei nelle valli di sabbia d'oro, è un Paradiso. L'unico inconveniente è che in quel settimo cielo ci stanno angeli che sarebbero invidiosi del nostro amore e ti farebbero morire come Annabel…” “Scemo che non sei altro.” “Facevo il poeta.” “Non ti viene bene. Continua a consegnare patatine è ...
    ... meglio.” “Allora Caraibi?” “Sarebbe una bella idea ma se getto il lavoro e il coglione che ho a casa con quali quattrini si va laggiù?” “Forse hai ragione, io sono troppo poco ricco per i tuoi gusti ma se andiamo avanti potresti fare un'eccezione, per questo morto di fame.” Aveva quel modo di provocarla. Anna non si lasciò pungere ma si preparò a riprendere il lavoro, Giulio in fondo alla sala, alzava e abbassava lo sguardo sopra al giornale senza riuscire a leggere un tubo. Non dava attenzione alle loro chiacchiere, del resto mai udite se non sulla marca di snack da farsi portare. D'improvviso facendo venire un infarto ad entrambi si levò in piedi e li raggiunse. “Vado a casa – disse alla moglie- mi sono scordato gli occhiali per leggere. Vai a comprare i fiori che mancano per piacere.” Michele fece pure lui per uscire, restare da soli in quel momento non gli pareva sensato. Il profumo di Anna, un Eternity versato a litri dietro ai lobi, lo chiamò a voltarsi indietro. “Comunque i Caraibi no ma una gita più vicina ci scapperebbe.” Sorrise rimettendosi in tasca un portafogli vuoto, ingombrante quanto una sottiletta. Anna evase dal bancone, Lorena stava accantonando tavoli sudando perle di ghiaccio ma a loro di spalle e abbastanza lontano. “Se potessi farlo verrei con te ovunque, non cerco i Caraibi.” Il suo piccolo naso gli toccò la guancia e lui colto più di sprovvista che mai pensò lucido come i giocatori d'azzardo. Baciò svelto le labbra di Anna ma piano a sufficienza da sentirne ...
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