1. Lasciarsi il passato alle spalle - 2


    Data: 20/02/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: soloracconti989, Fonte: Annunci69

    Ema torna a casa verso le 22. A quell’ora si sente stanco, esausto, per via della giornata appena trascorsa in balia di studi, scuola, incontri, emozioni speciali, nuove esperienze… Ragionando su quanto appena successo, pensa quanto sia particolare quel periodo chiamato “adolescenza”. L’adolescenza è tutto fuorché semplice: è un periodo di passaggio, di crescita, di scoperte, di delusioni, di gioie… Di transizione. Un periodo in cui credi di sapere ciò che vuoi, in cui anche una sola giornata, un solo sguardo possono sovvertire radicalmente le tue sicurezze.
    
    Lui quella giornata l’aveva appena passata. Ripensa al tocco della sua mano sul petto di Daniel, alla sua pelle liscia e profumata, a quelle labbra morbide e carnose, ai suoi occhi, così dolci ma così decisi che, in un solo momento, lo avevano incantato. Ripensa al momento in cui le loro labbra si sono unite, portandolo ad un’erezione fantastica, che da tempo non sentiva più… Da quando faceva l’amore con Simona.
    
    Nel pieno del turbinio di emozioni, Ema si distende e, in pochi minuti, si addormenta, con la luce accesa, con i jeans e la maglia ancora addosso, con il cellulare poggiato sull’addome, ancora stretto nella mano. Dorme serenamente e profondamente fino alle 3. A quell’ora si risveglia e, ancora intontito dal sonno in cui era sprofondato, decide di togliersi gli abiti che portava indosso, di “coprirsi” solo con le mutande e di mettersi sotto le coperte, prima di spegnere la luce dell’abat jour e di tenere, ...
    ... invece, la fioca luce del display del suo cellulare.
    
    “Ho perso il sonno” pensa… A volte gli accade, specie quando si addormenta presto, senza aver neppure visto un film, che, di solito, gli concilia il sonno. Accende, quindi, il computer, lo posa sul comodino di fianco al letto e avvia l’ultima puntata del suo telefilm preferito. L’aveva già vista, ma un po’ di rumore nel pieno silenzio della notte gli avrebbe fatto compagnia.
    
    Preso il cellulare con entrambe le mani, entra su Whatsapp, apre la conversazione comune che aveva con la sua squadra di calcio. Ci sono le foto delle ultime partite, altre foto fatte durante una trasferta, mentre era in una stanza d’albergo assieme ad alcuni compagni con cui andava d’accordo. Guarda le foto di gruppo scattate prima delle partite: sono sempre così precisi, così seri, così ordinati, quasi omologati. Tutti vestiti uguali, perfettamente pettinati e disposti sempre nello stesso ordine. Nonostante quelle foto siano un rituale al quale lui stesso tiene molto, nel vederle le trova quasi noiose. Non sono quelle foto il vero ricordo di una trasferta, dell’anima dello sport che ama, dello spirito di squadra e dell’amicizia verso i compagni… No. Sono le foto fatte in albergo, in pullman, per strada che ritraggono la spontaneità che contraddistingue il rapporto con i suoi amici. Poi guarda una foto che ritrae lui e Daniel. Erano in albergo, in stanza da soli, l’anno precedente. Lui indossava una canottiera bianca, aderente, con i bordi celesti. ...
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