Montecalvario blues: "Gennaro Cusani alias giacomoleopardi"
Data: 23/02/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti
... sessuali finivano lì, ad un intenso e solitario rapporto con se stesso. Non c’era mai stato nessun contatto con una donna, nemmeno un bacio. Solo qualche settimana prima, in verità e per amor di cronaca, c’era stato qualcosa di più. Di molto di più, considerato l’esistente. Alla prova di greco, durante l’esame di Stato, Gaia Iannazzone, una ragazza molto carina e sbarazzina, che sedeva dietro di lui, approfittando di un attimo di distrazione del docente di vedetta, aveva attirato la sua attenzione con due rapidi tocchi sulla spalla – che Gennaro ha sentito a lungo bruciare sulla scapola, come un’ustione che non si vuole vada via – per esortarlo a passargli la versione – che, dopo un’ora, quando i più erano al secondo rigo, lui aveva già ricopiato in bella con la sua calligrafia ordinata e rotonda. Fraintendendo l’istante di titubanza del compagno – stupito (e profondamente turbato) che lei, per la prima volta in cinque anni, lo chiamasse, e nel chiamarlo lo toccasse! – con tono piccato gli sibilò che gliel’avrebbe pagato quel pezzo di carta, e, notando lo sguardo da pesce lesso che le rivolse da dietro il lieve ingobbamento della spalla sinistra, e scambiando per la seconda volta l’origine del suo stordimento per avidità di contrattazione, pensò bene di alzare la posta e, conficcando nello sguardo ittico del ragazzo l’incandescente sensualità del suo, bisbigliò che gli avrebbe dato in cambio le sue mutandine e qualche foto. Detto questo, senza aspettare risposta, chiese il ...
... permesso di andare in bagno, si alzò e si avviò verso l’uscita. Gennaro ne seguì l’incedere sicuro, quasi arrogante nel gettare a destra e sinistra il culo tondo e sodo, compresso in una gonna di jeans che lasciava scoperte il grosso delle cosce e delle gambe già abbronzate dal sole di Posillipo, ripercorse con sguardo lascivo e appiccicoso la morbida curva di quelle gambe, si soffermò sulla piega del poplite per riprendere fiato e ridiscese la linea sinuosa del polpaccio, fino alle caviglie, al tallone, ai piedi infilati in sandali bassi color cuoio, che esaltavano lo smalto argenteo delle unghie. Quando Gaia ritornò dal bagno, gli passò accanto e gli disse dove avrebbe potuto trovare una parte della mercede promessa, nello stesso posto lui avrebbe messo la traduzione, il resto dopo. Così disse: «il resto dopo». Gennaro Cusani lesse due volte il testo davanti a lui – non gli ci volle di più per memorizzarlo tutto, virgole e incisi compresi -, si prese qualche minuto in più per qualcosa di simile all’auto-training, al fine di gestire quell’incredibile ed improvviso avvampare di emozioni che gli urticava lo stomaco, poi alzò il braccio destro – movimento che gli rimandò una ventata di sudore saturo di feromone che lo stordì -, ricevette il permesso di uscire e ricalcò, con un’andatura da orso con la gotta, il tragitto percorso da Gaia poco prima. Le indicazioni della ragazza, sebbene sussurrate di passaggio, erano state precise. Superata la cattedra con i due bidelli, voltato ...