Montecalvario blues: "Gennaro Cusani alias giacomoleopardi"
Data: 23/02/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti
... l’angolo, tra il distributore delle bibite e dei tramezzini e la porta della vice-presidenza, tra il muro scrostato e il vaso di un grosso ficus Benjamin, Gennaro Cusani trovò un involucro di carta igienica, che, con gesto insolitamente repentino per la sua flemma, si ficcò nelle tasche dei calzoni. Col cuore che gli pompava a ritmo forsennato, come un assolo di Lars Ulrich lanciato a razzo contro l’inferno, si chiuse nell’ultimo cesso in fondo, si sedette sulla tazza, con le spalle poggiate alle piastrelle ricoperte di graffiti osceni, numeri cellulari e scritte infamanti sulla dubbia discendenza dei professori e della moralità poco edificante di alcune studentesse, chiuse gli occhi e aspettò che il respiro e il lavoro di sistole e diastole si regolarizzasse, quindi recuperò il malloppo di carta e se lo tenne qualche secondo sui palmi delle mani uniti a mò di tazza, come se contenessero la più preziosa e misteriosa delle reliquie. Scartocciò il pacchetto con delicatezza, con una lentezza meditabonda e d’attesa speranzosa allo stesso tempo, come un giocatore di poker all’ultima mano che per riprendersi aspetta il suo punto, trizzianno le carte con un gioco di indici e pollici per scoprire solo l’angolo in alto a sinistra, il necessario per intuirne il seme. E alla fine eccolo lì il trofeo, adagiato morbidamente sulla carta come un ricciolo di cioccolata da guarnizione su un dolce. Un perizoma trasparente e tutto merletti, con una vezzosa nocchettina rossa sul davanti e sul ...
... retro un filo merlettato così sottile da somigliare molto ad un filo interdentale dopo un uso piuttosto energico. Se lo portò al naso e inspirò avidamente, come un tossico a rota che si ritrova inaspettatamente una boccetta di popper tra le mani. E del popper, semmai li avesse conosciuti, Gennaro avrebbe potuto dire di aver goduto gli effetti, dacché, subito dopo l’inalazione, fu percorso da una scarica elettrica che, devastando il percorso vellutato delle mucose nasali gli si piantò alla base della nuca, per poi ridiscendere in picchiata lungo la spina dorsale e conficcarsi al centro del coccige con un secco colpo di maglio, e da lì irradiare con un estuario di saette scintillanti la zona inguinale, per coagularsi finalmente in un’erezione portentosa che gli sformò i pantaloni trasformandoli nella stilizzazione dell’obelisco dell’Immacolata di Piazza del Gesù. Tenendosi il perizoma stretto al naso con la mano sinistra, come se dovesse sfuggire ad una fuga di gas, con la destra tirò giù scompostamente – e non senza difficoltà, visto il grosso ingombro da spoggettare - brache e mutande, si strinse forte il cazzo imbizzarrito nel pugno e prese a masturbarsi compulsivamente, con la saliva che gli colava dalle labbra e gli occhi spiritati da fuori, le ciondolanti palle da mulo che sbattevano di continuo contro l’orlo interno del water, le gambe stese e contratte. Contemporaneamente, e a velocità non meno frenetica, la sua immaginazione produceva una serie ininterrotta di fotogrammi ...