1. Colpevole di amare


    Data: 25/02/2020, Categorie: Tradimenti Autore: NymphoK

    ... Volevo diventare tutt’uno con lui. Agguantò il mio interno coscia, stringendolo, e allargò la gamba. Poi l’altra. Si appoggiò su di me premendo il membro contro il mio pube liscio e curato. I miei umori avevano pervaso la mia vagina ed ero pronta ad accoglierlo. Premette il membro contro la fessura, spinse. Sentii le pareti della vagina allargarsi alla sua presenza. Ritmicamente iniziò un gioco di pressioni, di conflitti amorosi. Il suo sesso andava a sbattere fino in fondo, in modo costante e passionale. Percepivo ogni minima sensazione e il mio corpo si contorceva ritmicamente sotto gli spasmi di godimento. Stringevo il candido lenzuolo, quasi a strapparlo. Riccardo mi torturava i seni in quello che era un appetitoso gioco di percezioni. Volevo regalargli tutta me stessa, volevo donargli il mio piacere. Alzai il busto verso di lui e lo feci stendere. Mi misi con le gambe a cavalcioni sul suo bacino e lo accolsi nuovamente dentro di me. Riccardo mi teneva i fianchi e con decisi movimenti pelvici accompagnava le penetrazioni. Mi strusciavo e rimbalzavo su di lui. La mia mente vagava lontana e si dedicava alla ricerca dell’appagamento. Sentivo le forze venir meno e il mio corpo si preparava al culmine di ogni esperienza sensoriale. Lui incalzava con i colpi e stringeva sempre più le sue mani su di me. Con forza, mi obbligò ad abbassare la schiena e premere il mio petto contro il suo. Il suo sesso stava diventando violento, il mio utero iniziava a cedere al piacere carnale. ...
    ... Dapprima un brivido mi pervase il basso ventre, come una scarica. Il respiro si spezzava e l’orgasmo prendeva il sopravvento fino a raggiungere l’apice. Nel vedermi in quello stato di piacevole sofferenza, Riccardo si lasciò andare, colmandomi il ventre del prezioso seme. Un gemito profondo, gutturale, uscì dalla sua bocca. Mi sentii riempita di quel prezioso e caldo fluido e i nostri sessi erano soddisfatti. Priva di forze, mi lasciai cadere sul suo corpo e mi abbandonai al cullare del suo petto che si gonfiava e sgonfiava. -Resta qui stanotte.- mi chiese. -Lo sai che non posso.- -Ti prego!- sussurrò con insistenza, scongiurandomi. -No Riccardo, devo tornare da lui.- La sigaretta si stava consumando lentamente mentre io ero lì, con la sua camicia addosso e le gambe incrociate, rannicchiata come a proteggermi e cullarmi. Seduta sulla sedia del terrazzo, guardavo distratta la notte della città dormiente; erano le tre e davanti a quella vista la vita era quasi sospesa. Un venticello lieve accarezzava la mia pelle accaldata dall'estate e dal sesso fatto poco prima. Ivan era in camera, sul nostro letto, e dormiva nudo. Raggi di luna gli illuminavano il viso rilassato e gli donavano un aurea così pacifica da sembrare di nuovo il venticinquenne che avevo conosciuto dieci anni prima. I primi capelli bianchi brillavano sotto quella luce così candida e pura da sembrare fili d'argento. Nonostante il rapporto appena avuto e la nostra relazione che andava avanti da dieci anni, non volevo ...
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