1. Anna la puttana


    Data: 27/02/2020, Categorie: Masturbazione Autore: Cassandra, Fonte: EroticiRacconti

    Ho tratto questo racconto da una trama dell'amico Senza Identità e mi auguro sia piacevole... Buon anno a tutti da Cassandra! Avevo sentito dire che Anna era una ragazza disperata. Si diceva che fosse sola al mondo e che un padre vero non lo avesse mai avuto. Sua madre? Morta di cancro e Anna aveva lasciato gli studi per cercar lavoro. Credo che sognasse di andar via da un paese privo di prospettive allettanti come molti altri giovani. È noto però che per sfuggire serva il denaro ed Anna si trovò in condizione di dover accettare un lavoro adatto a chi qualifica non ha. A me spiaceva perché ero convinta che meritasse di meglio. Ogni giorno si recava in Via delle Rose numero 7 e tentava di vendere profumi maschili, regalando ai probabili clienti alcuni campioncini utili ad invogliare l’acquisto. Era evidente che addosso sentisse la pressione del suo capo e nelle orecchie i suoi commenti dissacranti e acidi… Lo sentivo urlare anche io a fine giornata. “Anna così non ci siamo… Tu non funzioni, le tue colleghe vendono dieci volte quello che riesci a piazzare tu." Lei provava a giustificarsi con il clima rigido del periodo e col fatto che la gente spende già molto in regali di questi tempi e soldi per voluttà come fragranze avanzano di rado. In risposta riceveva altre urla. “Com’è che le altre riescono? Tu non sei convincente! E fuori c'è una fila di ragazze che prenderebbero volentieri il tuo posto. Sono migliori di te. Ci costringerai a licenziarti. Non sai cosa significa lavoro ...
    ... e sacrificio”. A volte io la osservavo. Il bar dove sgobbavo all’epoca era proprio di fronte alla profumeria per la quale Anna lavorava. La rivedo ancora oggi: esile, fragile e mesta. Sembrava un uccellino indifeso che prova a farsi spazio in una foresta d'irti rami spietati. E rivedo ancora i suoi occhi. Nei giorni di pioggia divenivano grigi come l’asfalto mentre nelle giornate di sole erano verdi aghi di pino. Durante il gelido inverno si agitava infreddolita e muoveva piccoli passi avanti e indietro coprendosi le spalle in uno scialle trasparente inutile a ripararla dalle infreddature e dagli sguardi poco educati di certi che tutto potrebbero acquistare tranne che lozioni, da una bella donna messa sul ciglio della via. La rivedo, si.... Ancora, ancora, splendida rosa che vuole sopravvivere e resistere in un arido deserto e si fa forza nel vento che la piega come il giunco d'un canneto. Nel cumulo dei miei ricordi compare anche la strada in cui era costretta a sostare e oggi quella stessa via mi appare una sinistra duna di sabbia e petali portati da tempeste. In quelle dure ore spesso osservavo i suoi ipotetici clienti. Tutti la allontanavano più o meno educatamente. “Non rompere ragazzina. Ho già avuto una giornataccia!” "Solo per darle un omaggio..." Replicava timida, troppo per una venditrice. Qui era certamente il motivo dei suoi fallimentari approcci, la timida ingenuità. “Vai via, i vostri omaggi sono altri tentativi di spillar quattrini." Anna cercava di spiegare: ...
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