Anna la puttana
Data: 27/02/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: Cassandra, Fonte: EroticiRacconti
... udita. Quotidianamente attraversava la via e fissava brevemente le curve della ragazza all’angolo della strada ma quella era la prima volta che la guardava direttamente negli occhi. Gli sguardi si incrociarono e quel giorno magico si intrecciarono i destini di due creature che, seppur diverse, erano più simili di quanto potessero pensare. Io non ho mai chiesto ad Anna cosa fosse accaduto in seguito a quell’incontro. Non so nemmeno se fu lui a salvare la ragazza da un destino di sporca miseria o se fu Anna a liberare l’uomo dalla quotidianità di un’esistenza grigia e soffocante. L’unica cosa certa è che Anna finalmente sorrise alla vita. Anna e il passante iniziarono a frequentarsi e la ragazza si licenziò, lasciando un vuoto incolmabile nella nostra vana esistenza. Anche i clienti del bar diminuirono, perché molti si fermavano a bere solo per osservare Anna. Alcuni la nominavano spesso. Seppi da Giustino il muratore che Anna e il passante si erano trasferiti a Milano e avevano messo su famiglia. Dopo il lavoro, l’operaio edile venne al bar a bere una birra e mi informò della cosa. “Maria! Te la ricordi Anna la puttana… Eh... Come scordarla una troia del genere. Lavorava di mani e di lingua una bellezza quella lì… E quella fighetta all’inizio stretta stretta… Un pozzo diventò. Anche il culetto pallido e tornito le aprirono…Maremma maiala, se ne è andata a Milano col banchiere. Da mignotta di molti a mantenuta di uno…” Quando parlavano di Anna, il linguaggio si faceva molto ...
... colorito ma io detestavo le parole oscene con le quali osavano riferirsi a lei. A testa bassa, continuavo a servirli covando un profondo disprezzo verso quegli omuncoli lerci e volgari che venivano al bar per giocare a carte e ubriacarsi. A casa, mettevo a letto i bambini e poi lavavo i piatti, mentre sul divano bivaccava mio marito. La scena era sempre la solita, lui navigava con il suo smartphone su siti porno e io rassettavo la cucina. E pensavo ad Anna. Fantasticavo cose che non avevo osato mai chiedere, per vergogna e per rispetto verso quella creatura eterea. Immaginavo la sua bocca a forma di cuore baciare il mio corpo, la sua lingua offrirsi al mio clitoride. In bagno, sopperivo con un asciugamano leggermente umido. Lo sfregavo sul mio turgido clitoride, provando orgasmi a me nuovi nonostante fossi già da tempo moglie. Anna era la mia ossessione. La sognavo anche di notte e la vedevo nuda, abbracciata al suo uomo. I due amanti nel mio sogno si baciavano e leccavano i loro sessi. Lui aveva un grosso cazzo dritto e senza peli, lei una vagina deliziosa, ricoperta solo da un ciuffetto castano. Mi svegliavo sempre prima della penetrazione, sudata e col cuore in gola. Da sveglia immaginavo la scena. Lei saliva su di lui e lo cavalcava senza sosta. Da creatura angelica a diavolessa assatanata di cazzo. Lui provava a toccarle i seni piccoli e sodi, ma lei dispettosa si sottraeva alle sue mani. E rideva, cacciando fuori una risata agghiacciante e acuta. Poi lasciava che il ...