La signora del pompino
Data: 15/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: carisbo, Fonte: Annunci69
... lavora da dietro?».
Scelsi la pecorina in piedi perché mi imbarazzava guardarla in faccia ma con quella donna le sorprese erano evidentemente appena agli inizi.
Dopo qualche tempo mi telefonò una mia carissima amica con le mie stesse funzioni in un’altra ditta.
«Certo che ne conosci di gente strana!», esordì.
«Cosa intendi?»
«Mi hai mandato una email consigliandomi una ditta di pulizie», capii immediatamente, la signora mi aveva chiesto se potevo farle un po’ di pubblicità, garantì che avrebbe fatto le stesse condizioni anche ai miei amici, e io avevo fatto un copia incolla e mandato delle email alla rubrica di lavoro, non mi resi conto che c’erano anche delle signore in quella lista.
«Ti ha dato problemi?»
«Ma sai cosa mi ha detto quella tizia quando è venuta qui», attesi con curiosità,«Mi fa: lo sconto non posso farglielo ma se vuole gliela lecco», la sentii ridere, «E poi ha aggiunto, se vuole gliela lecco subito, senza impegno, così testa il prodotto», mi venne da ridere.
«E tu cosa gli hai risposto?», ci furono alcuni secondi di silenzio.
«E’ brava!», rise di gusto, «A te fa i pompini vero?».
«Si», ammisi, la sentii ridere di nuovo e riattaccò senza aggiungere altro.
Ormai assuefatto alla routine la attendevo per il solito scambio mensile, assegni contro pompino, un giorno la segretaria annunciò il suo nome ma quando aprì la porta non era lei, le assomigliava ma non era lei, sembrava una sua versione giovane, molto più giovane, 25 anni ...
... al massimo.
«Buongiorno, mia madre ha avuto un piccolo incidente, una caviglia slogata, dovrà rimanere a casa per un po’»
Deluso compilai gli assegni e li consegnai alla ragazza che li mise nella borsa mentre ripresi a picchiettare sulla tastiera del computer, con la coda dell’occhio vidi che frugava nella borsa, mi girai, aveva un preservativo in mano.
«Devo farle un pompino, giusto?», non risposi, ero sotto shock, «Sono questi gli accordi con mia madre non è vero?»
La ragazza era meno professionale, più amatoriale ma anche meno formale, mi leccò anche le palle, cosa che la madre non aveva mai fatto.
Il mese successivo tornò la signora, camminava benissimo ma aveva lo sguardo spento, sembrava triste, prese gli assegni.
«E’ rimasto soddisfatto di mia figlia?», si informò.
«Soddisfattissimo», risposi con titubanza.
«Bene», frugò nella borsa, mi fissò.
«Ho dimenticato di prendere i preservativi», non capivo se era dispiaciuta oppure no, fece spallucce, chiuse la borsa, «Lei è una brava persona, la conosco da anni, questa volta facciamo senza».
La volta successiva il preservativo neppure lo cercò.
Poi venne la volta della scopata trimestrale, si spogliò, si appoggiò alla scrivania e mi disse: «Vada tranquillo, sono in menopausa da anni, venga pure dentro».
Qualcosa era cambiato.
Ogni tanto tornava la figlia, adducendo sempre un pretesto diverso.
Il tempo passò e venne quello di Natale, si presentò l’ultimo giorno prima della chiusura per ...