La signora del pompino
Data: 15/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: carisbo, Fonte: Annunci69
... festività, mi spettava la scopata trimestrale e così fu ma mentre, ero in piedi dietro di lei da qualche minuto, avevo la netta impressione che scorresse più fluidamente del solito e mentre ragionavo sul fatto che forse potesse essere eccitata, cosa che non era mai stata, sentii la proposta che non mi aspettavo, «Non so quali siano i suoi gusti ma se vuole può, come regalo di Natale provare anche l’altro ingresso», mi fermai di colpo, lei se ne accorse, «Se le va», aggiunse.
Osservai le sue natiche, le aprii con le mani, l’ingresso posteriore mi occhieggiò, marrone scuro, perfettamente definito, leggermente dischiuso, decisi che mi andava, lo estrassi, umidiccio e già lubrificato naturalmente lo puntai e lo infilai, per la prima volta la sentii gemere, mi detti da fare per alcuni minuti ma non volevo venirle dentro, lo tirai fuori e la feci girare, la spinsi sdraiandola sulla scrivania, mi inginocchia e iniziai a leccargliela.
Era pelosa e bagnata, ansimò e in pochi minuti la osservai venire, mi alzai in piedi, con il pene eretto in mano, «Vorrei venirle sul seno, non l’ho mai visto», mi guardò.
«E non lo vedrà mai», scese dalla scrivania, si inginocchiò, alzò la maglietta, «Questo è tutto quello che posso offrirle ormai».
Non aveva i seni, due cicatrici in diagonale su un petto piatto, erano rosse, ancora a loro modo vive, abbastanza recenti. Non dissi nulla, non potevo offenderla, mi smanettai e le schizzai sulle cicatrici.
Il mese successivo venne ...
... nuovamente la figlia, così come quello dopo ancora; lei si ripresentò giusto in tempo per la scopata trimestrale, prese gli assegni e si spogliò, ma questa volta integralmente, si tolse tutto, non si appoggiò alla scrivania, si diresse verso il divano nell’angolo e rimase in piedi davanti ad esso, anche io mi spogliai totalmente, la raggiunsi e appena fui di fronte a lei si inginocchiò e iniziò a leccarmi i testicoli, non lo aveva mai fatto, poi lo prese in bocca e sentii la differenza, non era più professionale, era passionale.
Dopo dieci minuti ero seduto sul divano e lei andava su e giù sopra di me mentre io le stringevo i glutei mordendole il collo e baciandole le cicatrici e fu da lì, da sopra le sue spalle che con il mezzo occhio che sporgeva vidi la mia segretaria sulla soglia, probabilmente incuriosita dalla lunga permanenza e dagli strani rumori aveva deciso di dare un’occhiata, feci finta di nulla, non volevo rovinare il momento della signora del pompino, rimase lì, ad osservare la scena, decisi di ignorarla certo che non si fosse accorta che io mi ero accorto.
«Voglio leccargliela», le sussurrai all’orecchio, lei si alzò lasciandolo uscire, piantò le ginocchia sul divano e me la mise in faccia, lasciando la mia erezione in libera visione alla segretaria.
Dopo tutti quegli anni era libera, ansimava e gemeva e quel che ricopriva la mia faccia mi diceva plasticamente che si stava divertendo, infine venne con un gemito strozzato.
Si inginocchiò, lo prese in bocca e ...