Tradire mio marito per fargli fare carriera
Data: 28/02/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: benves
... completamente pelato e con un faccione dove spiccavano due occhietti azzurri.
Sempre galante e cortese.
Ogni volta che capitava incontrarsi, tante gentilezze. Con tutti, mica solo con me.
Appena riagganciai mi sorrise.
Risposi al suo sorriso e mi chiese cosa ne pensassi della serata.
Risposi che stavo divertendo.
Disse che Aldo meritava questi festeggiamenti e che adesso aveva il problema della sua sostituzione.
Mi confidò che mio marito era uno dei possibili sostituti e, dopo qualche secondo di pausa, abbassando lo sguardo sulle mie gambe, disse che potevo essere di aiuto a mio marito.
Anch'io abbassai lo sguardo: la gonna, senza volerlo, era come voleva mio marito, quei dieci centimetri in su.
Sorrisi impacciata dicendo che non capivo proprio come potessi aiutare mio marito.
Sorrise ancora guardando più intensamente le mie cosce.
Mi sentivo a disagio ma, nello stesso tempo, lusingata.
Sentivo il rossore sul mio viso.
Disse che ero molto attraente e provocante e che se lo volevo potevo aiutarlo nella decisione e che anzi potevo essere determinante.
Dopo di che si alzò chiedendo scusa.
Fece due passi e si rigirò dicendomi di pensarci bene.
Più chiaro di così?
Voleva proprio scoparmi !
Il resto della serata la passai imbronciata.
In macchina, di ritorno a casa, mio marito disse che ero stata la più ammirata della serata e che avevo fatto colpo sul capo.
Mi chiese di che parlavamo quando eravamo defilati dal resto ...
... del gruppo.
Diventai isterica e gridando gli raccontai tutto.
Tanto per chiudere il discorso gli dissi chiaramente che voleva scoparmi. Anzi, aggiunsi, che se non mi facevo scopare si poteva dimenticare di questa maledetta promozione.
Passò quasi una settimana durante la quale non ne parlammo più. Nemmeno in azienda il capo accennava a qualcosa.
Finché il venerdì della settimana successiva, avevo fatto la doccia e mi stavo truccando leggermente perché dovevo uscire, squillò il telefono.
Era lui.
Mi raggelò il sangue.
Dopo i soliti convenevoli, sempre gentile e cortese, mi disse che doveva prendere la decisione definitiva e che il prossimo lunedì avrebbe dovuto nominare il nuovo responsabile dell'ufficio vendite.
Mentalmente gli scaricai un mare di parolacce.
Non mi diede il tempo di dire qualcosa perché incalzò dicendo che si trovava dalle parti di casa mia e che, se fossi stata d'accordo, sarebbe passato per un caffè.
Avrei voluto mandarlo a quel paese fregandomene di tutto, invece, per non sembrare scortese e goffa, specificando che per un semplice caffè sarebbe stato un piacere, risposi che l'aspettavo.
Che faccio?
Ero nervosissima.
Scaricai mentalmente un mare di parolacce ma questa volta contro mio marito.
Lo chiamai al cellulare per informarlo.
Si meravigliò e cercò di tranquillizzarmi: "Non è un cafone. E' una persona corretta. In ogni caso..." Lo interruppi e gridai: "Si, al massimo una toccatina di cosce e di tette. E se va ...