1. Sympathy for the devil


    Data: 03/03/2020, Categorie: Esibizionismo Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti

    ... strano ma è pur sempre un uomo, no? Lo scoprirò fra poco. Ci sediamo e dopo le presentazioni inizia un lungo monologo che ascolto e non seguo, limitandomi ad annuire con finto interesse. L’importanza del matrimonio e del mio ruolo di testimone. La necessità di rendere ogni cosa speciale per il bene degli sposi. Mi chiede se sono sposata, se frequento la chiesa. Rispondo sempre di no. Lui sorride e mi dice che non è un problema poi parte a raccontare lo svolgimento della cerimonia, nei minimi dettagli. È tutto soffocante. L’ufficio, l’aria che stiamo respirando e il suono monotono della sua voce. Ogni cosa mi mette a disagio, ma cosa ridi? Gli chiedo senza parlare. Gli ultimi dubbi che avevo si spengono nel desiderio di riportare un po’ di vita qui dentro. Di far vedere a questo uomo mascherato che so benissimo di piacergli, anche se fa di tutto per dimostrare il contrario. Ho le mie armi, le conosco bene ormai e soprattutto ho il mio colpo a sorpresa, caro Don, sei sulla mia linea di tiro, fra poco ti faccio fuori. Già ma come? Tutti i preparativi fatti, le prove davanti allo specchio, la visione ripetuta della scena di quel vecchio film, tutto svanito. Sono sul bordo del precipizio e ho perso le ali. Lui continua a parlare e la mia pancia brucia, inspiro imbarazzo ed espiro follia. Poi arriva Mick Jagger a salvarmi. Lo sento cantare dentro la mia borsa. Il mio cellulare sta squillando. L’architettura di una ragnatela richiede passi lenti e misurati. Occorre però un salto nel ...
    ... vuoto per intrecciare fili di seta. E io mi butto. Mi scusi, gli dico con un filo di voce impercettibile. Tutto succede, adesso. La gamba sinistra accavallata sulla destra si muove. Si solleva lentamente mentre il peso del mio corpo si sposta, verso la borsa che canta. Contraggo i muscoli per un movimento semplice e abituale, ripetuto milioni di volte. La coscia si stacca dall’altra e proietta il mio piede verso terra. Scavallo le gambe e le affianco una all’altra. Io sono libera. E la libertà è una cosa pericolosa. Mi chino sul fianco per raccogliere il telefono e nel farlo le gambe si dividono. Prima pochi centimetri poi sempre di più, decisamente più di quanto ne avrei davvero bisogno. Ho un solo colpo nel fucile, non posso sprecarlo. Non posso vedere la sua faccia ma so che sta guardando, lo sento. Le mie ginocchia si aprono lentamente come un sipario di nylon. L’orlo della gonna si tende, come un elastico e risale piano lungo le cosce. Sono piegata di lato e con un ultimo goffo movimento le divido definitivamente. Sono una ragazza sbadata Don, mi dispiace davvero tanto. Le gambe aperte lo invitano a guardarci in mezzo, come fossero i lunghi petali di un fiore che si schiude, a seguire il sentiero velato delle calze, oltrepassare il ricamo fine della balza per poi lanciarsi in picchiata verso la carne viva e nuda. Forse un po’ troppo, nuda. Don Massimo è in religioso silenzio e mentre rispondo al telefono do un ultimo colpo di anche. Faccio fuoco. Io non sono una poco di ...
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