1. Sympathy for the devil


    Data: 03/03/2020, Categorie: Esibizionismo Autore: pink_, Fonte: EroticiRacconti

    ... buono. Sono solo una ragazza distratta. Sbadata. E forse, qualcuno potrebbe dire, anche un po’ troia. Adesso l’uomo non può non sapere che la sua ospite ha dimenticato di indossare le mutandine e gli mostra, accidentalmente, una visione oscena ad alta definizione della sua fica depilata, segnata da una piccola striscia di peletti scuri che sale delicatamente sul ventre. Calda e umida. L’occhio di fuoco di una candela che lo fissa e lo scioglie come cera. È un attimo. Parlo al telefono come se niente fosse, senza pensare neanche per un secondo a chiudere le cosce. C’è un’energia fortissima in questa stanza, come fosse il mio corpo a illuminare ogni cosa. Mi volto appena e lo guardo adesso, faccio un cenno con la mano come a dirgli che ho quasi finito. Lui è scomparso. È davanti a me eppure non c’è più. Con lo sguardo che oscilla e passa in rapida successione dai miei occhi alle labbra lucide della mia fica dischiuse in una sorta di bacio soffiato. Non riesce a non guardare. Non vuole non guardare. Io, sono, la Vedova nera. L’avresti mai detto Don? Una così brava ragazza che arriva dal nulla e con gesto così semplice ti strappa la maschera di dosso. Starei così ancora a lungo. Mi sento viva. Mi sento porca. Mi sento il centro caldo di tutti i peccati del mondo. Ma ogni secondo che passa toglie credibilità alla mia finzione. La gamba destra si muove e imitando il percorso appena fatto dalla sinistra si solleva e chiude il sipario definitivamente. Ciao mamma, ti richiamo più ...
    ... tardi, ora sono impegnata. Sono impegnata a mostrare le mie grazie per un capriccio, vorrei dirle, per il mio unico assurdo piacere ed è come se avessi tutti i riflettori puntati su di me. Su questo piccolo palcoscenico adesso esisto solo io. Io e la mia sfacciata voglia di esibirmi, finalmente appagata agli occhi del più insospettabile degli spettatori. Ma mia madre non capirebbe. Forse nessuno di voi ci riuscirebbe. La nostra conversazione è conclusa. Il mio gioco anche. Mi concedo un ultimo numero da grande attrice, afferro l’orlo della gonna e lo abbasso, stirandolo sulle gambe, con la premura di chi non vuole mostrare niente di inopportuno. Da qualche parte, nella mia testa, qualcuno sta applaudendo. Lui bisbiglia ancora qualcosa con una voce nuova, meno accogliente e leggermente incrinata. Ho vinto io, ora chi è dei due a essere a disagio? Mi alzo dalla sedia e gli tendo la mano per salutarlo. Mi diverte notare che me la stringe senza alzarsi in piedi, forse ha qualcosa da nascondere, ci vediamo al matrimonio, gli dico uscendo dall’ufficio. Fuori dalla parrocchia il cielo è già scuro. Mi riempio i polmoni di aria fresca mentre una pioggia leggera mi bagna la faccia. L’acqua, mi da vita. Sono di nuovo in macchina e nello specchietto retrovisore vedo due occhi scintillanti e eccitati, gli occhi di una bambina dispettosa. Mi infilo una mano fra le cosce, c’è ancora qualcosa che manca, la risposta a tutte le mie domande. Quando la tiro fuori dalla gonna me la porto vicino agli ...
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