L'eterno secondo
Data: 16/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
Discoteca nel luganese. Luci basse, ritmi ossessivi che ti scavavano un solco tra i neuroni se non c'eri abituato. Drink e stuzzichini in bella vista, DJ preso bene con le casse che pompano musica di dubbio gusto. "Perché ho accettato?", mi chiesi. Accanto a me, il mio socio **** *****, parlava con due tipe, una delle quali decisamente sexy e decisamente volenterosa di farsi dare una ripassata da lui. Da lui, sottolineo, non da me. Io me ne stavo in un angolo, a cercare di reperire un minimo d'attenzione da quelle ragazze. Zero. Lo zero assoluto. Così come lo zero più totale era la somma della mia considerazione per quella situazione. Il mio amico (che é veramente un party animal, per usare un termine gergale che spieghi efficacemente il suo comportamento) era un socio, un fratello. Essendo che facevamo sport assieme e considerando che gli ero stato accanto in momenti brutti, era logico che fra noi si fosse formato un legame di fratellanza. Ma, a differenza sua, io non facevo per quegli ambienti, o loro non facevano per me. La musica mi stava letteralmente piantando un cuneo rovente nel cervello. Il drink che avevo bevuto non era stato utile ad attutire l'effetto di quel ritmo pietoso che portava corpi di vari generi a contorcersi sulla pista. Scena splendida. Peccato che anche a ballare io non dia certamente il meglio con la techno. Neanche il Reggaeton (o come diavolo si dice poi) mi ispirava. Avevo accompagnato laggiù il mio amico perché aveva grandemente insistito, ...
... sostenendo che tale serata avrebbe regalato a entrambi una serata memorabile. E invece eccoci lì. Lui preso a ballare con una bionda e io a rimuginare sul fatto di essere l'eterno secondo sempre e comunque. La verità era che non m'importava quasi neanche più di provarci. Perché farlo? Perché soffrire? Ma improvvisamente il pensiero mi sfiorò. Poteva in quella sera terribile esservi gioia anche per me? Mi alzai. Il drink era blando, non barcollai neppure. Eccomi là. Come attore prossimo alla pars principalis sulla scena di un palcoscenico invisibile, diretto da una canovaccio a me soltanto noto, mi accinsi dunque a cercare in quella notte sterile una scintilla di speme (perdonatemi il tono aulico ma mi volevo dare un'aria amletica ed epica). Senza ulteriore indugio, mi gettai nella mischia! Senonché, la mia ricerca non diede frutto. Tutte erano occupate, prese o indesiderose delle mie attenzioni. La mia solitaria ricerca di compagnia terminò nella consapevolezza di quanto già sapevo. Quella notte non vi sarebbe stata gioia per me. Il mio amico, beatamente ignaro, stava parlando con una ragazza che pareva conoscere bene. Ed io ero lì. Solo. L'eterno fottuto secondo. Imprecai silenziosamente alla volta di un dio che pareva indifferente alla mia sofferenza. Era tanto chiedere di non passare la serata eternamente single? Poi la vidi. Abbandonata in un angolo a sorseggiare svogliatamente un drink. Persa nei suoi pensieri. Era una giovane dai capelli stranamente corti, il seno piccolo che ...