L'eterno secondo
Data: 16/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... pareva sparire sotto il peso del chiodo in pelle che indossava. Una giacca quasi uguale alla mia. "Che ho da perdere? Al massimo mi manda al diavolo". Mi alzai. Vedendola da più vicino era chiaro che non era a suo agio. Pantaloni jeans e scarpe da trekking. Sguardo apparentemente assente e un'anello al naso che faceva molto Lisbeth Salander... Bisognava dire che il paragone non finiva lì. Anche il chiodo rientrava nell'archetipo dell'hacker dark con problematiche sociali descritta da Larsson. -Posso?-, chiesi indicando il posto accanto a lei, apparentemente libero. La giovane scrollò le spalle. Pessimo inizio. Ma mi sedetti. Non mi aveva ancora detto esplicitamente di andarmene quindi ero ancora in gioco. -Che bevi?-, chiesi. -Un Sex on the Beach.-, replicò lei. -Mai provato. Ma vedo che sta finendo. Ne vuoi un'altro?-, chiesi. Lei mi guardò. Curiosità e dubbi, filtrati da pura e semplice irritazione. -Speri di ubriacarmi così da potermi fottere?-, chiese. Il tono era caustico, tipico di una persona scocciata. Scossi il capo. -Volevo solo essere gentile. Sei qui da sola, come solo ero io e allora ho pensato che gli emarginati dovessero fare gruppo.-, dissi. Questa frase la colpì come un pugno. -Io... cosa ti fa pensare che sono un'emarginata?-, chiese. Ora non c'era solo irritazione ma anche vera e propria curiosità. Sorrisi. -Sei qui da sola. Non hai fatto una mossa per avvicinare nessuno quindi suppongo tu stia aspettando qualcuno. Anche in tal caso, il tuo stile ti ...
... differenzia da tutti i presenti. Non mi verrai a dire che sei qui in un angolo perché ami la solitudine, vero?-, fu una tirata unica alla quale seguì il silenzio più totale. "Ci siamo. Ora mi manda affanculo...", ero pronto. -Hai ragione.-, disse lei. Improvvisamente fu come se l'universo si fosse capovolto. Cosa? Davvero? -Aspettavo un'amica. Ma non é venuta. Avrà avuto di meglio da fare.-, il tono con cui disse quelle parole mi fece capire che, sebbene cercasse di fare la dura l'essersi fatta dare buca le pesava. -Capisco. Brutta cosa. Il mio amico é là in mezzo. Circondato da un mare di gente adorante.-, dissi. Lei non si curò di guardare. -E tu?-, chiese, -Perché sei qui se é evidente che non ti piace?-. -Me l'ha chiesto e ammetto che avrei rifiutato ma... beh, diciamo che speravo che la serata andasse diversamente.-, ammisi. -Speravi in una che ti filasse?-, chiese lei. -Speravo di poter anche solo parlare. Come stiamo facendo ora.-, corressi. Lei annuì. -Sì. Non é male.-, ammise. io ammiccai. -Sarebbe anche meglio se ci presentassimo. Io sono Alex.-, dissi. Lei annuì. Non strinse la mano ma annuì. -Elisabetta.-, rispose. -Oh, praticamente Lisbeth in italiano.-, dissi io. Colpita e affondata. Il suo viso si aprì in un sorriso raro. -Conosci Lisbeth Salander?-, chiese. -Certo! Un personaggio affascinante. Protagonista della Trilogia di Millennium di Larsson e dei suoi più recenti sequel scritti da David Langcrantz.-, risposi. -Cavolo. Non pensavo che qualcuno avrebbe fatto il ...