L'eterno secondo
Data: 16/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... collegamento... Tu invece sembri uno che si é letto tutti i libri...-, disse Elisabetta, decisamente affascinata. Sorrisi senza falsa modestia. -Effettivamente gli ho letti tutti.-, ammisi. Lei annuì. Era più sciolta e a suo agio, ora. -Che ne pensi?-, chiese. Io bevvi un sorso della coca cola che avevo ordinato per temporeggiare. Poi sorrisi. -Beh, il personaggio di Lisbeth é senza dubbio peculiare e affascinante. È spietata e severa ma giusta, sebbene il suo concetto di giustizia non sia esattamente lo stesso dello standard.-, dissi. -Già. Ma direi che Lisbeth esula dallo standard in più modi.-, disse Elisabetta. Sorrisi. -Non é l'unica. Ma spesso la gente rifugge l'idea di fare ciò che sente giusto, poiché rischia di contrastare con la moda. Di sfiguare e quindi di venir emarginata.-, notai io. Elisabetta parve pensare poi annuì. -Già. È come se nessuno sapesse che la vera felicità talvolta si trova stando fuori dal branco, non dritti in mezzo alla massa.-, disse. -Intendi come facciamo tu e io ora?-, chiesi io con un sorriso. Lei ammiccò. -Tu e io siamo ancora in questo posto. Ti va di fumare una sigaretta?-, chiese. -Perché no?-, risposi io. Uscimmo. Il freddo della notte ci flagellava ogni centimetro di pelle esposta. La giovane fece qualche tiro. Io mi limitai a osservarla. -Non fumi?-, chiese. -No. Ma la conversazione aveva preso una piega troppo interessante per smettere così in fretta.-, dissi io. "Ok. So good so far... Ora vediamo se riesco a spingermi più in ...
... là...", pensai. -È la conversazione a piacerti? Soltanto quella?-, chiese Elisabetta. Scossi il capo cogliendo l'occasione. -Anche tu sei decisamente affascinante.-, risposi. Silenzio. Poi improvvisamente una nuvola di fumo mi investì il viso. Feci del mio meglio per non tossire. Sorrisi. -Debbo pensare che il mio commento ti sia piaciuto, o é l'opposto?-, chiesi. Ero decisamente confuso ma improvvisamente consapevole dell'enorme possibilità datami. Lei sorrise facendo un altro tiro. -Sei apposto, Alex.-, disse. -Proprio per niente.-, risposi con un ghigno. -Ma guarda che razza di bastardo...-, disse lei. -Un bastardo che non si accontenta? Ne hai mai visti altri così? Io credo di no. E credo che accontentarsi non sia parte del programma di stasera. Per nessuno di noi.-, dissi io. Sorridevo. Elisabetta sbatté gli occhi. Poi sorrise. -Hai ragione. Fanculo i limiti.-, disse. "E ora?", sentii improvvisamente un principio di erezione. -Quindi che facciamo?-, chiesi. -I drink sono già pagati.-, disse lei. Lo disse ma mi sentii in dovere di rispondere. -Ho pagato tutto. Se vuoi possiamo andarcene da qualche altra parte. A fare gli emarginati.-, dissi. Elisabetta sorrise mostrando una dentatura molto bella e occhi color nocciola colmi di qualcosa... felicità o desiderio. Qualcosa che non avevo visto... almeno da molto tempo. "Oddio, vuoi vedere che...". E perché no? Il mio socio era ancora a confabulare con qualcuno. Perché non avrei dovuto provare a prendermi una fetta di gioia se mi ...