1. La voglia


    Data: 24/03/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Edipo

    Chi rimpiange i tempi che furono non sa nulla di quei tempi. I nostri nonni dicevano che quando erano giovani si dormiva con le porte aperte: può darsi, d'altra parte vista la miseria che c'era sarebbe stato difficile trovare qualcosa da rubare nelle loro case. Nei tempi che furono seicentomila giovani morirono in una guerra voluta da pochi contro il volere di molti e che ebbe come diretta conseguenza la dittatura che dopo vent'anni condusse tutti ad un'altra guerra, ancora più spaventosa. Nei tempi che furono c'erano pochi cessi e molti analfabeti, i poveri non si lavavano, i ricchi nemmeno (però si profumavano e finivano con l'emanare scie ancora più fetide), le strade d'estate erano un ammasso di polvere e d'inverno di fango, eppure qualcuno dice che si stava meglio. Nei tempi che furono i matrimoni erano quasi sempre combinati dai genitori e il solito qualcuno sostiene che in fondo non erano più infelici di quanto non siano quelli di oggi. La differenza, forse, è che oggi due si sposano e si separano dopo sei mesi ma, se non altro, si sono divertiti a fare sesso insieme; una volta si restava uniti per tutta la vita senza mai un minuto di divertimento: donne costrette a sfornare figli a uomini lerci e violenti, uomini costretti a ingravidare donne di cui non avrebbero mai visto l'ombelico. A Biancamaria capitò l'incidente di subire un matrimonio contro la sua volontà. I suoi erano benestanti, nel senso che si intendeva allora, in quanto proprietari di mucche, galline e ...
    ... campi. Erano anche avari e per questo quando si presentò Stanislao detto Facciaviola e disse di voler sposare la ragazza senza pretendere nemmeno un soldo di dote o un fazzoletto come corredo, ci fu riunione di famiglia per decidere il da farsi, riunione alla quale non fu invitata la diretta interessata. Si discusse e si decise che l'offerta era troppo vantaggiosa per non essere accolta: c'erano altre figlie da maritare e difficilmente avrebbero trovato sposi così poco pretenziosi; c'erano i maschi di casa che spingevano per dare alle sorelle meno che si poteva e se il meno era niente, tanto meglio. Così Biancamaria si ritrovò fidanzata con Facciaviola, il cui soprannome derivava da un'enorme voglia di vino che gli deturpava la guancia sinistra. La famiglia non si commosse alle lacrime della ragazza che non era una stella ma pur sempre giovane e fresca e pensava di meritare uno sposo se non bello, almeno con un viso roseo e liscio. Gli uomini di famiglia notarono cinicamente che al buio non si vedono sfregi o cicatrici o voglie; e se c'era luce bastava coricarsi dal lato buono dello sposo. Biancamaria si ritrovò venduta come una vacca; e tale si sentiva, ma portata al macello, il giorno delle nozze, tra gli sguardi di compatimento dei maschi e di derisione delle femmine. Stanislao possedeva un grosso casale e ci viveva con l'unica compagnia della sorella, Caterina, una donna di trent'anni passati, zitella, che camminava sempre con un enorme mazzo di chiavi alla cinta che ...
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