La voglia
Data: 24/03/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Edipo
... seguenti. L'amore e la voglia resero la ragazza più audace che mai, fino all'imprudenza: ora non solo quando Facciaviola era assente ma anche quando si allontanava solo per andare a bere all'osteria o per sorvegliare il lavoro nei campi, lei andava a cercare Martino, lo trascinava nel fienile, rubava tutti gli attimi che poteva per liberare l'ansia di amare e di essere amata. Venne la volta di un altro dei brevi viaggi del marito. Allora Biancamaria decise che il giovane amante poteva farle compagnia nel letto coniugale, molto più comodo del giaciglio nel fienile. La porta della stanza aveva la serratura a scatto, bastava tirarsela dietro per chiuderla, ma Biancamaria dimenticò che la cognata aveva le chiavi di tutte le stanze. E così mentre i due amanti erano sul punto di raggiungere il massimo godimento la porta venne aperta e Caterina li sosprese in flagrante. Un sorriso di scherno le apparve sulle labbra mentre osservava, le braccia puntate sui fianchi, i due che goffamente cercavano di coprire i corpi nudi. "Mio fratello sarà contento di sapere cosa fate, che ne dite? Volete essere sepolti insieme?" La paura rese Biancamaria coraggiosa. "E tu trovamela la donna che non tradirebbe uno sgorbio come tuo fratello! I miei mi hanno venduta, altrimenti non lo avrei mai sposato. Solo una vecchia o una sciancata lo avrebbero preso." Lo sguardo di Caterina era tutto proteso verso le nudità efebiche di Martino e la sua virilità rimasta insoddisfatta per l'amplesso interrotto. ...
... "Se preferisci nostro cugino, non posso darti torto", disse infine, "ma se volete che viviamo tutti in santa pace, vorrei divertirmi anch'io." Caterina, sebbene zitella, non era vergine; il suo grande corpo aveva conosciuto quello maschile in rapidi accoppiamenti nelle stalle e nelle cantine con braccianti e stallieri. I suoi appetiti non erano inversamente proporzionali al suo peso e in fondo condivideva con la cognata la profonda insoddisfazione per la vita che conduceva. Si avvicinò a Martino. "Che vuoi fargli?" chiese Biancamaria, allarmata. "Niente di diverso da quello che gli stavi facendo tu, cara cognata. Gli è rimasto il proiettile in canna e tanto vale che lo spari con me. Così siamo pari: io conosco il tuo segreto e tu conosci il mio." Detto questo, portò via uno smarrito Martino dicendogli che era inutile che si rivestisse e lasciando Biancamaria sola e gelosa. Fu così che iniziò un triangolo all'insaputa del quarto lato. Facciaviola non sospettò nulla, non perché fosse babbeo o più gonzo degli altri uomini ma perché per sopravvivere si era chiuso in una torre inespugnabile. Era il mondo in cui si era isolato fin da bambino, a causa della sua macchia. Il lavoro, gli affari, i campi erano stati il suo sfogo; il matrimonio un capriccio di cui si era pentito, il tentativo di essere come tutti gli altri, ma mai vide negli occhi della moglie un lampo di pietà o di affetto. Chi soffrì di più fu il povero Martino; al lavoro quotidiano con le vacche e i maiali, alla ...