1. Il conto di k alla fine tornò


    Data: 25/03/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Holling, Fonte: Annunci69

    ... bassa voce feci la mia proposta: facciamo una volta ciascuno.
    
    Dapprima Nick non capì: «A farci godere? Già lo stiamo facendo». Lo facevamo con le mani, con la finta lotta, con gli strofinamenti. Ma dopo quelle confidenze dovevamo fare un altro passo avanti. Un passo oltre.
    
    «No, – spiegai – proviamo a mettercelo dentro, di dietro. Facciamo che chi sta sopra comanda, e ci sta quanto gli pare. E fa quello che vuole. E chi sta sotto accetta e fa quello che gli viene detto. E non protesta per il tempo. Poi la volta dopo chi era stato sopra si mette sotto».
    
    Nick rifletté pochi secondi: «Va bene, comincio io a stare sopra». Mi venne in mente Erwin, che invece tendeva a stare sotto, gli piaceva di più. Per questo con lui tutto era filato via liscio, perché a me piaceva stare sopra. Mi piaceva condurre il gioco, decidere, e penetrare quando col mio ancora piccolo arnese riuscivo a farlo.
    
    Ci riuscivo sempre più spesso, a mano a mano che, negli ultimi mesi, il mio pisello aveva acquistato in lunghezza e larghezza.
    
    Eppure, ogni volta che con Erwin avevo finito, a me restava come una vaga insoddisfazione: che cosa si prova, a stare sotto? A farsi possedere?
    
    Perciò risposi: «Va bene, comincia tu».
    
    Il giorno dopo eravamo sicuri che saremmo restati soli in casa per tutto il pomeriggio.
    
    Nick stava in piedi, accanto al divano, e io davanti a lui lo guardavo. Poi allungai le mani e gli slacciai la cintura. I pantaloni corti scesero alle caviglie, gli slip ...
    ... seguirono. Il pisello di Nick era inerte. Lo guardai, ancora una volta meravigliato di come quella magica appendice di carne potesse essere tanto diversa tra le persone. Ricordai il primo che avevo visto in vita mia, in pieno disarmo, di un adulto sconosciuto che stava usando un bagno pubblico e che per un attimo mi apparve, mentre cominciava a rimetterselo nei pantaloni: era rugoso e leggermente curvo. E quello chiaro e lattescente di Erwin, perfettamente dritto davanti a sé. Mentre il mio puntava in alto. Questo di Nick mi sembrò di una certa consistenza, anche in posizione di riposo.
    
    Allungai la mano e glielo presi. Cominciai, e Nick reagì subito. Chiuse gli occhi, muovendo il bacino avanti e indietro.
    
    Io tirai fuori il mio. Nick si avvicinò, si prese un capezzolo con una mano e lo offrì: «Succhialo!». E io succhiai.
    
    «Mordilo» invitò Nick. Io morsi, poi succhiai, poi morsi di nuovo. Un po’ più forte. Nick ebbe un sussulto, ma non si tirò indietro. «Mi fa male, mi fa male» ripeteva. E mentre lo ripeteva, afferrò con una mano la mia nuca e si premette la mia testa, e la mia bocca, e i miei denti, sul capezzolo.
    
    Senza cambiare posizione, mi afferrò il pisello e prese a muoverlo su e giù. Io risposi affondando la testa nel suo petto morbido per il velo di grasso sottocutaneo infantile non ancora del tutto riassorbito.
    
    Morsi, e Nick mandò un gemito. Feci per staccarmi, ma lui mi tirò a sé. Allora morsi più forte. I suoi gemiti aumentarono, ma continuava a premermi la ...
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