1. Il conto di k alla fine tornò


    Data: 25/03/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: Holling, Fonte: Annunci69

    «Non dobbiamo contare, dobbiamo fare una volta ciascuno» dissi a Nick. Tema, come sempre, il sesso e la sua sorprendente, continua, travolgente scoperta. Che praticavamo ogni volta che potevamo farlo senza pericolo di essere scoperti. Sembrava che non ci fosse altro al mondo.
    
    Era la fine dell’estate dei quasi 12 anni, a Stoud, nel Gloucestershire, lontano dal mare e lontano dalla campagna. Una noia. Unico svago era il cinema, qualche volta, quando davano un film. Però c’era il sesso, di cui parlare e da praticare con Nick, figlio di mia zia, mio cugino e coetaneo. Perché Nick era venuto a passare quindici giorni da noi. Le estati erano lunghe, in quegli anni subito dopo la guerra, e soldi per andare in vacanza non ce n’erano nell’Inghilterra che usciva stremata dal conflitto: bisognava far passare i tre mesi senza scuola in qualche modo, e le nostre famiglie si scambiavano noi ragazzi.
    
    Io avevo passato l’inverno a sperimentare con il mio più intimo amico, Erwin. Erwin in sassone significa Amico. Ma qualcosa si era allentato, da quando lui aveva proposto di usare la bocca, e io avevo rifiutato. Ripensandoci, nei giorni successivi, non mi sapevo spiegare del tutto le mie reazioni.
    
    Delle volte mi pentivo del mio no, e avrei voluto che Erwin me ne parlasse di nuovo. Altre volte pensavo di aver fatto bene. Comunque, di fondo e parte i ripensamenti, l’idea non mi piaceva molto.
    
    Con Nick tutto era successo velocemente, come in un copione conosciuto. La tappe erano state ...
    ... le stesse che avevo già passato con Erwin: la lotta come pretesto per sfregamenti, piccoli orgasmi veloci, poi toccamenti più espliciti, con la mano che dopo essere passata sopra, la volta dopo vi indugiava, e quella ancora successiva tirava giù la chiusura lampo e si infilava e nel buio dei calzoni corti scavallava l’elastico degli slip per afferrare, tirare, manipolare, saggiare, prendere e dare piacere.
    
    Nelle lunghe serate settembrine, che ogni giorno anticipavano un po’ e con questo scorrere rapido sembravano accrescere le nostre urgenti inquietudini, avevo raccontato le mie esperienze a Nick e lui mi aveva raccontato le sue. Che erano recentissime: due mesi prima, con un suo compagno di scuola di un paio d’anni più grande, a St. Ives, sul mare della Cornovaglia.
    
    Questo suo compagno si chiamava Jasper, e glielo voleva sempre infilare di dietro. A me, quando Nick cominciava a raccontare, mi diventava sempre duro: a quell’età basta un attimo, un pensiero, per farlo imbizzarrire. Ma quello in verità era più che un pensiero, era un’immagine che si materializzava.
    
    Nick raccontava che, più piccolo e meno smaliziato di Jasper, stava sempre sotto, nonostante qualche sua timida richiesta di reciprocità, subito respinta con superiore sdegno. Ma a lui piaceva anche così. Anzi, mi ha detto, gli piaceva molto.
    
    Siccome Jasper era più grande, ce l’aveva anche più grosso, e Nick mi confessò che gli faceva un po’ male. Poco, però: e gli piaceva anche quel po’ di male. Piacere ...
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