1. "vivo una vita che va come il vento..."


    Data: 28/03/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: abeba, Fonte: Annunci69

    A casa, dopo la breve vacanza al mare, non riuscivo a togliermi dalla mente Giorgio, il professore che avevo conosciuto in treno. Quel suo modo computo, delicato e galante mi aveva affascinato; nessuna mi aveva saputo in poco tempo offrire tante attenzioni senza secondi fini. Quindi mi decisi!
    
    Andai davanti all’Ateneo della Facoltà di Lettere per tre giorni di seguito; aspettavo un po nel dehor del bar difronte per vederlo uscire dalla porta centrale, poi un po passeggiavo nei dintorni e sempre ritornavo li davanti. Finalmente il terzo giorno lo vidi uscire, era solo e sempre assorto nei suoi pensieri. Cosi mi alzaii dalla sedia del dehor e facendo finta di nulla gli andai velocemente di fronte. Lui non mi notò neanche! Delusa non sapevo come fare, poi decisi (tutto ciò in brevissimo tempo) di fare la sfacciata. Quindi chiamai: “ Giorgio…!” , lui si fermo , si girò e quando mi vide mi sorrise appena in modo impacciato. Si vedeva che lo avevo imbarazzato non poco. Mi avvicinai e dissi: “Che coincidenza Giorgio, passavo qui davanti per due commissioni e stavo proprio pensando a te…visto che mi avevi accennato che lavoravi qui! Come stai?” Lui rispose: “ Bene ..e tu Amallia?”. Si ricordava il mio nome e ciò era già qualcosa. Io risposi: “ Anch’io sto bene! Sono contenta di averti incontrato, hai finito le lezioni?” “Si per oggi ho finito…, ma devo ritornare nel pomeriggio per il seminario. Senti …(e qui si vedeva che era piuttosto imbarazzato) stavo andando a pranzare…posso ...
    ... invitarti…si tratta di un pasto frugale e veloce, ma se hai tempo mi farebbe piacere”.
    
    Non me lo feci dire due volte…accettai! Era un uomo particolare e mi incuriosiva sempre di più, mi affascinava il suo modo di fare, la delicatezza con cui si rapportava con me e mi eccitava il pensiero di provare un’esperienza completamente diversa da quelle del recente passato.
    
    A pranzo parlammo del suo lavoro e del mio, di ciò che gli piaceva (era un patito della montagna, spesso andava su per i sentieri o faceva delle semplici scalate con le guide) e di ciò che piaceva a me (nascosi assolutamente le esperienze sessuali, non mi andava di rovinare quel rapporto cosi puro e delicato). Dopo pranzo, fuori dal locale parlammo ancora 10 minuti, poi prima di lasciarci e salutarci ci scambiammo i rispettivi numeri.
    
    Lui tornò con la sua solita ventiquattrore all’Università ed io tornai a casa. Passarono alcuni giorni, morivo dalla voglia di rivederlo o almeno risentirlo, ma non volevo essere sempre io a fare il primo passo. Intanto avevo nuovamente incontrato Marco (mi aveva cercato più volte) per dirgli che intendevo prendermi un periodo di pausa, per cui per un po non avrei più partecipato ai suoi riti. Rimase un po deluso, ma non insistette tanto, mi disse solo che la sua casa era sempre aperta per qualunque cosa.
    
    Passarono altri giorni. Che fare? Telefono o non telefono, vado davanti all’Università o no…! Una sera mi decisi: “domani andrò nei pressi della zona in cui abita. Magari ...
«1234...9»