1. "vivo una vita che va come il vento..."


    Data: 28/03/2020, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: abeba, Fonte: Annunci69

    ... età ancora, diciamo cosi, illibato. Si! Perché mi aveva detto che era stato sposato per quasi tre anni con una che poi lo lasciò per un altro. Un storia finita molti anni prima, per questo era tornato con la madre.
    
    Ma non lo invitai…mi vergognai di farlo salire su. Mi resi conto che dovevo fare tutto con pazienza, inoltre dovevo riordinare l’appartamento, nascondere i falli e i vibratori che per due anni ormai usavo per le mie voglie solitarie. Insomma non ero pronta! Ci salutammo, con la decisione dentro di me che la volta dopo l’avrei invitato. E cosi fu!
    
    La serata successiva dopo cena e dopo ben due baci e una limonata, lo invitai a casa. Lui accettò e a casa gli offrii un cognac. Lui, imbarazzato come non mai, mi disse che preferiva piuttosto un altro caffè. Gli offersi il caffè poco dopo e da li una cosa tira l’altra me lo portai a letto. Fu un mezzo fallimento, era impacciato, goffo, senza iniziativa…dovetti in pratica aiutarlo in tutto. Glielo presi io in bocca, io accompagnai il suo piccolo membro nella mia vagina, io davo i movimenti…insomma un disastro. Inoltre in brevissimo tempo venne ritraendosi subito per sborrarmi sul ventre. Non disse che due parole: “Mi dispiace!” e mortificato si adagiò sul letto di fianco a me. Io avrei voluto fare una chiavata folle, ma d’altra parte mi faceva pena. Cosi non infierii, ma con estrema pazienza lo rincuorai dicendogli che era normale dopo tanto tempo. Gli dissi di non preoccuparsi…poi vedendolo sempre preoccupato ed ...
    ... imbarazzato mi decisi: “Senti Giorgio, facciamo cosi…vai nella cabina dell’armadio, nel cassetto in basso ci sono dei vibratori e dei falli, prendi quello che vuoi e poi vieni da me”. Stavo tentando tutto…o mi avrebbe lasciato il giorno dopo o si sarebbe svegliato.
    
    Andò a prendere quanto gli dissi e mi portò un bel fallo, non aveva scelto un fallo piccolo ma uno maxi. “Però…”, pensai tra me. A questo punto lo guidai come si fa con un bambino: gli dissi di infilarmelo, di muoverlo…poi gli avvicinai il capo tra le mi cosce e gli ordinai, sempre con gentilezza, di leccare. Cosi fece e devo dire che la cosa mi eccitò parecchio. Tanto che gli ripresi il cazzo in bocca e lo feci ritornare duro…era sempre piccolo, ma almeno aveva risposto. Cosi gli feci una bella pompa e quando stava per venire mi accorsi che tendeva a scappare, ma io lo fermai cosi che ingoiai tutto lo sperma. Poi gli leccai il cazzo per bene. Lui a quel punto prese coraggio e iniziò a farmi godere col fallo palpandomi, finalmente, anche le tette. “Oh…” pensai tra me …”si è un po animato!”
    
    Dopo quella strana scopata si rivestì dicendomi che era tardi e doveva tornare a casa, prima però mi diede un gran bacio, mi accarezzò ancora il corpo con uno sguardo assorto e dolcissimo, poi mi disse quasi con le lacrime agli occhi; “ Grazie Amallia…sei un amore”. Si allontanò e sentii chiudere la porta dell’entrata.
    
    Tra me pensai che forse non lo avrei più rivisto, invece l’indomani mi chiamò e mi chiese se volevo andare ...
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